: "Cybersecurity e autonomia digitale" La sovranità secondo Aruba.it
L’intelligenza artificiale è utilizzata in diverse attività logistiche, sia in ufficio (26%) che sul campo (16%). Otto aziende su dieci hanno già riscontrato benefici.
Dopo la contrazione registrata nel 2023, dovuta in larga parte alle dinamiche delle tariffe di trasporto internazionale, il fatturato della Logistica conto terzi in Italia è tornato a crescere nel 2024 (+1,7% in termini nominali) e nel 2025 (+1,9%), per toccare secondo le previsioni un valore di 112,4 miliardi di euro. Nella Contract Logistics si contano oggi circa 79.000 aziende, con una sostanziale stabilizzazione dopo le contrazioni degli anni precedenti. Ma il quadro è solo apparentemente stabile, perché il settore è in piena evoluzione.
Analizzando i risultati della ricerca dell'Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano viene evidenziato che nel corso del 2025 si è verificato un ulteriore aumento dei costi dei fattori produttivi: la manodopera cresce del +4,4%, l’energia elettrica +7,9%, i canoni di affitto +3,5%, mentre sono in calo i costi del diesel (-3,7%) e del denaro (-22%). Continuano le operazioni straordinarie, con 24 casi di M&A di aziende italiane, ricercando il posizionamento in mercati strategici e l’acquisizione di competenze specifiche. Prosegue l’integrazione verticale degli operatori logistici: crescono i dipendenti diretti e si accorcia la filiera di fornitura, con la quota del costo dei servizi (la voce in cui rientrano l’acquisto di attività di magazzino e trasporto da altri operatori) che scende dal 71,9% al 68,9% del fatturato.
Per seguire la dinamica dei prezzi e gestire l’incertezza, cambiano le relazioni tra clienti e fornitori: l’analisi di 14.000 contratti ha evidenziato che nel 74% dei contratti di servizi di trasporto e nel 68% di quelli di magazzino sono aumentati gli elementi indicizzati, come l’adeguamento agli indici ISTAT e ai minimi salariali del CCNL. Prosegue la transizione green: oggi le aziende sono concentrate soprattutto nel misurare con maggiore accuratezza il proprio impatto climatico (68% dei casi), cercando di conciliare sostenibilità ambientale ed economica. Ma il 78% ha messo in «stand-by» l’adozione di soluzioni che richiedono maggiori investimenti.
Dalla survey su 7.187 aziende committenti di servizi logistici in Italia, emerge che oggi quasi un terzo (30%) ha già avviato almeno un progetto di Intelligenza Artificiale nei processi logistici. Nei prossimi tre anni il grado di adozione dell’AI in Logistica aumenterà fino al 44%. La percentuale di adozione varia in base alla dimensione aziendale: nelle grandi imprese il 46% ha già implementato soluzioni di AI per la Logistica, nelle medie il 42%, nelle piccole solo il 19%.
Le attività logistiche in cui si riscontra un maggior ricorso all’uso dell’AI sono quelle che vedono coinvolti i white collar in attività di ufficio (26%), rispetto a quelle operative svolte dai blue collar (16%). In particolare, i tassi di adozione più alti sono relativi alla gestione degli ordini (14%) e alla previsione della domanda e riordino dei materiali (14%), evidenziando come l’AI sia vista soprattutto come supporto in attività predittive e di elaborazione documenti. Nella gestione dei fornitori, l’AI è adottata dal 10% delle aziende per attività di pianificazione e monitoraggio dei processi. Per i blue collar, l’AI è impiegata in mansioni di magazzino (12%), come quelle svolte da carrellisti e pickeristi, oltre a quelle di trasporto che coinvolgono direttamente gli autisti (7%).
C’è un forte interesse per l’AI anche da parte dei fornitori di servizi logistici: l’adozione passerà dal 24% attuale al 69% nei prossimi tre anni. Anche in questo ambito, c’è un maggiore ricorso a soluzioni di AI nelle attività svolte “in ufficio” (22%), rispetto a quelle sul campo (13%).
L’81% delle aziende committenti che hanno adottato soluzioni di Intelligenza Artificiale per la Logistica riporta notevoli benefici, con una soddisfazione media di 7,7 su una scala da 1 a 10. Gli impatti maggiori sono sul miglioramento del servizio, l’aumento della qualità dei processi, l’incremento della produttività, la riduzione dei costi e il miglioramento della sostenibilità ambientale. Solo una minoranza di aziende (11%) ha perseguito l’obiettivo di sostituire il lavoro umano, in particolare per le attività più semplici e ripetitive. In generale, la finalità prevalente è stata il potenziamento delle capacità umane (24% del campione).
I percorsi di implementazione dell’Intelligenza Artificiale nei processi logistici possono essere molteplici e variano in base al contesto e al tipo di attività interessata. Nel 14% dei casi l’integrazione dell’AI avviene in dispositivi o software già esistenti o con soluzioni AI native, nel 17% dei casi con sviluppo di soluzioni customizzate.
I 4 fattori critici di successo per l’introduzione dell’AI nella Logistica sono la disponibilità e qualità dei dati, la disponibilità delle risorse IT, la propensione all’adozione di nuove tecnologie e la disponibilità di adeguate competenze. Una barriera evidenziata da chi non l’ha ancora implementata è la percezione di non riuscire ad ottenere i benefici attesi in termini di costo e/o servizio. Un aspetto spesso sottovalutato è la capacità dei manager di individuare le aree più promettenti e la governance dei progetti.
In questo articolo abbiamo parlato di: Automazione Logistica, Contract Logistics, Efficienza Logistica, Intelligenza Artificiale, Logistica conto terzi, Sostenibilità Logistica, Supply Chain,
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L’Associazione chiede anche la proroga del target PNRR al 30 giugno 2026 per garantire l’attuazione dei progetti aggiudicatari.
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Quattro i green claim inibiti tra cui "maglieria Impatto 0" e "Questa impresa rispetta alti standard di impatto ambientale e sociale positivo". Per Il Tribunale di Milano sono considerati illegittimi i green claim vaghi, generici e non verificabili.
Una singola query può consumare fino a 0,43 Wh, con punte di 2–4 Wh per richieste più lunghe o articolate. Secondo Confartigianato, in Italia tra il 2019 e il 2023, la domanda elettrica dei servizi informatici e dei data center italiani è cresciuta del 50%, con un balzo del 144% delle attività dei servizi informatici e data center. Ed entro il 2026 il consumo globale di elettricità dei data center potrebbe più che raddoppiare.
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