: "L’importanza di un cloud sovrano e qualificato per i fornitori della PA" La sovranità secondo Aruba.it
Nel 2025 in orbita si contano oltre 14.000 satelliti individuali e 27.000 oggetti tracciati (inclusi i satelliti inattivi, gli stadi di razzi e i detriti più grandi): tra i rischi di questo sovraffollamento spaziale ci sono collisioni, inquinamento luminoso, cyber-attacchi, malfunzionamento delle comunicazioni con la Terra.
Nel 2025 in orbita si contano oltre 14.000 satelliti individuali e 27.000 oggetti tracciati (inclusi i satelliti inattivi, gli stadi di razzi e i detriti più grandi): tra i rischi di questo sovraffollamento spaziale ci sono collisioni, inquinamento luminoso, cyber-attacchi, malfunzionamento delle comunicazioni con la Terra.
Per rispondere alle sfide del sovraffollamento satellitare, università e aziende stanno collaborando al fine di trovare soluzioni innovative basate sull'intelligenza artificiale: è così che nasce ASIMOV, “autopilota spaziale” intelligente capace di avvicinarsi, mappare e monitorare in autonomia oggetti inattivi o non cooperativi (come satelliti guasti) per ispezioni, manutenzione o rimozione. Il progetto è coordinato da AIKO, scaleup torinese che sviluppa software avanzati basati su Intelligenza Artificiale e automazione per applicazioni spaziali, in collaborazione con Politecnico di Milano, T4i e Tiny Bull Studio e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana.
“Il Politecnico di Milano contribuisce allo sviluppo degli algoritmi e gioca un ruolo centrale nelle attività di verifica con hardware-in-the-loop delle tecniche di navigazione e guida autonoma sviluppate in ASIMOV” commenta Michèle Lavagna, professore ordinario di Meccanica del volo al Politecnico di Milano. “Nel laboratorio ARGOS riproduciamo la dinamica orbitale coordinando bracci robotici, sensori ottici e modelli satellitari, acquisendo immagini in tempo reale in un ambiente che riproduce lo spazio profondo. È una frontiera nuova del controllo autonomo dei sistemi satellitari, cruciale per le future operazioni di prossimità e di in-orbit servicing”.
Il crescente affollamento dell’orbita terrestre bassa sta generando rischi sempre più concreti: oltre al pericolo di collisioni tra satelliti, che possono produrre a cascata migliaia di nuovi detriti, il fenomeno ha ripercussioni dirette sulla ricerca scientifica e sulla sicurezza. Le “mega-costellazioni di satelliti” riflettono infatti la luce solare, causando un inquinamento luminoso che disturba le osservazioni astronomiche e compromette la scoperta di fenomeni cruciali come il passaggio di asteroidi; a ciò si aggiungono interferenze nelle comunicazioni, rischi per gli astronauti e vulnerabilità legate a possibili attacchi cyber o fisici. Anche i satelliti inattivi e gli stadi di razzi abbandonati contribuiscono ad alimentare il problema: senza soluzioni di smaltimento o rimozione attiva, finiscono per vagare senza controllo nello spazio, trasformandosi da risorsa tecnologica a minaccia orbitale.
La durata di un satellite varia in base alla missione, alla tipologia e alla sua orbita: i più piccoli sono destinati ad avere una vita di pochi anni, mentre quelli di grandi dimensioni o più distanti possono rimanere operativi anche per decenni. Anche la funzione è un elemento determinante: mentre alcuni satelliti in orbita LEO rientrano naturalmente nell’atmosfera e si distruggono da soli, altri restano a vagare nello spazio, generando detriti potenzialmente pericolosi. Per questo motivo, oggi, si stanno sviluppando strategie di smaltimento e “missioni pulitrici”: esistono satelliti dedicati alla rimozione di oggetti non più attivi, sistemi per il rifornimento e l’estensione della vita operativa, tecnologie di deorbitazione controllata a fine missione. A queste si affiancano linee guida e programmi internazionali, come lo Zero Debris Charter dell’ESA, che promuovono una progettazione più sostenibile e responsabilità condivisa nella gestione del traffico spaziale.
Per affrontare il crescente problema dei detriti e dei satelliti inattivi, è nato ASIMOV (Autonomous System for In-orbit Mapping and Observation of non-cooperative Vehicles), progetto coordinato da AIKO, in collaborazione con Politecnico di Milano, Technical University of Munich, T4i e Tiny Bull Studio e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana: obiettivo è realizzare il primo vero “autopilota spaziale” intelligente, capace di ispezionare e mappare in completa autonomia oggetti non cooperativi in orbita bassa terrestre, come satelliti guasti o detriti sconosciuti. Al centro del progetto c’è un innovativo sistema di Guida, Navigazione e Controllo (GNC) basato su intelligenza artificiale, che integra moduli di navigazione autonoma e algoritmi di Reinforcement Learning utili a pianificare le traiettorie di avvicinamento. Grazie a queste tecnologie, il satellite sarà in grado di riconoscere e ricostruire la geometria degli oggetti da ispezionare senza supporto da Terra, aumentando così la sicurezza e la sostenibilità delle operazioni orbitali. Un aspetto distintivo di ASIMOV è l’infrastruttura di test: la facility robotica ARGOS del Politecnico di Milano è stata potenziata per simulare in laboratorio le condizioni orbitali e validare i sistemi sviluppati. Questo approccio duale – sviluppo software e testing fisico – non solo porterà alla creazione di un prototipo operativo, ma costituirà un’eredità strategica per il futuro dell’intero ecosistema spaziale europeo.
Le città “full digital” sono Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Modena, Parma, Prato, Rimini, Roma Capitale, Siena, Torino, Trento e Venezia.
05-12-2025
Il progetto mira a innovare le auto elettriche, integrando pacchi batteria e celle direttamente nel telaio tramite nuove strutture multifunzionali.
05-12-2025
Il team di Strumentazione Ottica dell’Università di Milano ha realizzato due nuovi strumenti ottici nell’ambito dei progetti di ricerca SPARK, alle isole Svalbard, e OPTAIR, in Antartide. Il primo è in grado di misurare contemporaneamente la propagazione della luce, la stratigrafia e la dimensione dei cristalli di ghiaccio nel manto nevoso. L’altro, al Polo opposto, in Antartide, monitora l’aerosol atmosferico, la sua deposizione al suolo e il suo effetto climatico.
05-12-2025
L’aeroporto civile “Gino Allegri” di Padova è l'area scelta per la presenza in zona di importanti strutture di cura e assistenza, che potranno così sperimentare collegamenti rapidi, efficienti e sostenibili. I droni impiegati sono di tipo multicotteri con massa complessiva inferiore a 25 kg: richiedono circa tre minuti per il rifornimento, hanno un’autonomia di 100 km, trasportano fino a 5 kg e, a pieno carico, consumano circa 340 grammi di idrogeno verde, con una velocità massima di 55 km/h.
04-12-2025
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L’iniziativa dell’Unione Europea punta a rivoluzionare la produzione di idrogeno verde attraverso elettrolizzatori ad alta efficienza, accelerando la decarbonizzazione dei settori industriali più energivori.