: "La sovranità digitale come scelta strategica" La sovranità secondo Aruba.it
Una nuova indagine di Randstad Professionals mette al centro le nuove frontiere professionali nei mondi virtuali: dal VR Developer al Blockchain Specialist, questi i ruoli che dovranno introdurre le aziende che vogliono investire nel metaverso
Il futuro del Metaverso è ancora tutto da scoprire, dipenderà da come nei prossimi anni verranno strutturati e intercorrelati i mondi virtuali in cui le persone possono muoversi, condividere e interagire attraverso avatar personalizzabili e dagli investimenti che le aziende decideranno di realizzare. Ma già oggi si possono immaginare alcune opportunità di lavoro create in una delle frontiere tecnologiche più promettenti, destinata a rivoluzionare la stessa esperienza con il mondo Internet.
Per questa ragione, Randstad Professionals - la divisione di Randstad specializzata in ricerca e selezione di middle e senior management - ha individuato le 7 professioni che le aziende attive sul Metaverso ricercheranno nel prossimo futuro.
“Il Metaverso genererà nuovi modelli di business digitali, creerà nuove modalità di interazione tra professionisti, aziende e clienti, aprirà nuove frontiere professionali – afferma Maria Pia Sgualdino, Head of Randstad Professionals –. Ecco i ruoli che dovranno introdurre le aziende nel Metaverso. Profili diversi, in ambiti differenti, che saranno tutti impattati dall’avanzare di questa nuova frontiera tecnologica”.
“Di certo - spiega Jessica Montinaro, Team Manager di Randstad Professionals -, il Metaverso apre nuove opportunità professionali ma richiede anche nuove conoscenze: in questo ambito saranno richieste figure con sempre più competenze tecniche e informatiche specifiche. Le organizzazioni dovranno integrarle per poter essere competitive sul mercato e al passo con la trasformazione digitale”.
Le nuove generazioni di veicoli sono vere e proprie software-defined cars, progettate per evolvere nel tempo grazie a software, AI e aggiornamenti OTA: sono ormai più simili a dispositivi digitali che a mezzi meccanici. Ma perché queste auto possano davvero ‘pensare’, ‘prevedere’ e ‘collaborare’ tra loro, è indispensabile un ecosistema distribuito che metta in sinergia cloud provider, reti mobili, infrastrutture edge, specialisti di AI e piattaforme di interconnessione neutrali.
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