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Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l'Italia deve accelerare

Dal rapporto SDGs 2025 dell’Istat emerge un quadro nazionale variegato per i 17 obiettivi SDG: a rilento acqua, aree protette, pace e giustizia, parità di genere e sanità, positivi crescita economica ed energia

Ricerche e Trend Transizione Energetica / Sostenibilità

Come progredisce l’Italia nella realizzazione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG, Sustainable Development Goals) sanciti dieci anni fa dall’Agenda 2030 dell’ONU? Non abbastanza velocemente: è la risposta che dà l’Istat nel suo rapporto SDGs 2025, presentato ieri.

L’Istat ha fatto il punto analizzando 240 misure statistiche, e ottenendo un quadro d’insieme variegato che evidenzia l’esigenza di un’accelerazione. È vero che la maggioranza degli indicatori risulta in miglioramento, sia nell’ultimo anno (oltre il 50% degli indici) sia nel decennio (oltre il 60%), scrive l’Istat. Però oltre il 20% delle misure sono in stallo, sia nel breve sia nel lungo periodo, e peggioramenti si evidenziano soprattutto nel breve periodo (più di una misura su quattro), ma anche nel lungo (oltre il 15% nell’ultimo decennio).

Più precisamente i Goal che in Italia sono nella situazione peggiore sono il 15 (Vita sulla terra), il 16 (Pace, giustizia e istituzioni), il 6 (Acqua) e il 5 (Parità di genere), con oltre il 60% di indicatori stabili o in peggioramento. Percentuale che sale addirittura all’89% per il Goal 15 e all’80% per il 16. Il Goal 3 (Salute) si distingue per la quota di misure in peggioramento: il 40%, tra cui la speranza di vita in buona salute, la disponibilità di posti letto negli ospedali, il consumo di alcol e fumo, e l’eccesso di peso.

All’opposto, nell’ultimo anno i Goal 17 (Partnership per gli obiettivi), 8 (Lavoro e crescita economica) e 7 (Energia) registrano la situazione più positiva, seguiti dai Goal 4 (Istruzione), 12 (Consumo e produzione responsabili) e 11 (Città sostenibili).

Nel confronto su base decennale emerge un quadro generalmente migliore: in 14 Goal su 17, almeno il 50% degli indicatori registra un progresso. Si conferma la situazione di scarso dinamismo dei Goal 15 e 6, mentre il Goal 4, nonostante la performance positiva dell’ultimo anno, presenta oltre 4 misure su 10 in peggioramento. La percentuale di misure in miglioramento è invece elevata per il Goal 7, il Goal 13 (Lotta al cambiamento climatico), il Goal 16, il Goal 5 e il Goal 17.


L'ONU: senza interventi straordinari SDG a rischio fallimento

La situazione dell’Italia si inquadra in uno scenario mondiale in cui, a cinque anni dalla scadenza dell’Agenda 2030, i progressi verso i suoi obiettivi SDG non sono all’altezza delle aspettative. Lo dice la stessa ONU nel suo Sustainable Development Goals Report 2025: senza interventi straordinari, lo scenario più probabile è il fallimento su larga scala degli SDGs.

Nell’ultimo decennio infatti alcuni shock imprevedibili – la pandemia Covid-19, le guerre con relativo aumento delle tensioni geopolitiche, l’inflazione provocata dall’aumento dei prezzi dei prodotti energetici – hanno sottratto importanti risorse alla promozione dello sviluppo sostenibile.

La strada scelta per cercare di raddrizzare la situazione è riformare, come sancito nell’Accordo di Siviglia, i finanziamenti allo sviluppo improntandoli a principi di solidarietà globale, in modo da reindirizzare i flussi finanziari verso gli SDGs e l’attuazione dell’Accordo di Parigi sul clima. Un piano di rilancio che si basa su ambiziosi pacchetti fiscali, riforme del debito e una piattaforma operativa per attuare l’Agenda 2030.

I SDG di matrice ambientale in Italia

Tornando all’Italia, vediamo più in dettaglio le considerazioni del rapporto Istat sugli obiettivi più direttamente collegati alla sostenibilità ambientale, che sono il 6 (Acqua pulita e servizi igienico-sanitari), il 7 (energia pulita e accessibile), l’11 (città e comunità sostenibili), il 13 (Lotta contro il cambiamento climatico), il 14 (la vita sott’acqua) e il 15 (la vita sulle terre emerse).

Obiettivo 6: Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

Nel 2022, l’Italia è prima, tra i paesi UE27, per volume di acqua prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei (9,13 miliardi di metri cubi, esclusi i prelievi da acque marine; -3,6% rispetto al 2015) e terza per prelievo pro capite (155 metri cubi annui).

Nel 2022, le reti comunali di distribuzione hanno erogato 214 litri di acqua per uso potabile per abitante al giorno (-36 litri rispetto al 1999). Permangono criticità nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile: l’efficienza si attesta al 57,6% nel 2022. Nel 2023, misure di razionamento nell’erogazione dell’acqua per uso domestico sono state adottate in 14 comuni capoluogo di provincia e Città metropolitana. Nel 2024, circa una famiglia su tre non si fida di bere l’acqua del rubinetto e quasi una su 10 segnala irregolarità nella distribuzione dell’acqua (stabile rispetto al 2023).

Nel 2022, la copertura del servizio pubblico di fognatura è dell’88,8%: circa 6,6 milioni di residenti non sono allacciati alla rete.

Obiettivo 7: Energia pulita e accessibile

Nel 2023, la quota complessiva di energia da fonti rinnovabili (FER) sul consumo finale lordo di energia (CFL) aumenta solo marginalmente, collocandosi al 19,6% (+0,5 p.p. rispetto al 2022 e +2,9 p.p. nell’ultimo decennio), più per effetto della contrazione del CFL che non dell’incremento delle FER.

Nel 2023 si riscontrano andamenti positivi in termini di riduzione dei consumi energetici, confermando la posizione virtuosa dell’Italia nel contesto europeo. Il settore residenziale registra una rilevante contrazione dei consumi finali (-8% rispetto al 2022), collocandosi al livello più basso dell’ultimo decennio.

Nel 2024, la quota di mercato delle autovetture elettriche o ibride plug-in è in calo per il terzo anno consecutivo e si attesta al 7,5%; gli obiettivi normativi (25% entro il 2030) appaiono molto lontani.

Obiettivo 11: città e comunità sostenibili

Nel 2023, scende al 10% la quota di comuni capoluogo con concentrazioni medie annue di PM2,5 superiori a 20 µg/m3 (erano il 15,6% nel 2022). Più in generale, tra il 2011 e il 2022 scende del 25% la stima di morti premature dovute all’esposizione a lungo termine a concentrazioni di PM2,5 oltre il valore di riferimento stabilito dall’OMS (5 µg/m3 secondo le linee guida 2021), risultando pari a 83 morti premature ogni 100 mila abitanti.

Nel 2024 aumenta la quota di famiglie con difficoltà di collegamento con il trasporto pubblico (34,5%) tornando a incidenze simili al pre-pandemia (33,5%). Nel 2024 cresce (dal 25,5% del 2023 al 28,5%) la quota di studenti che si recano abitualmente nei luoghi di studio solo con i mezzi pubblici. Nel 2023, è in lieve calo annuo (-1,5%) l’offerta complessiva dei servizi di Trasporto pubblico locale (Tpl) nei comuni capoluogo.

Obiettivo 13: Lotta contro il cambiamento climatico

Dopo la stabilità del 2022, le emissioni di gas serra dell’economia italiana tornano a diminuire nel 2023 (-5,3%). Guidano il calo delle emissioni le industrie di fornitura di energia elettrica, gas vapore e aria condizionata (-22,2%) e della manifattura (-3,8%) insieme al riscaldamento domestico (-9,3%). In controtendenza le emissioni del settore trasporti (+9,1%). In crescita nel 2023 le anomalie di temperatura rispetto alla normale climatologica, sia a livello globale (+0,86°C) sia in Italia (+1,14°C).

Elevato il pericolo di alluvioni (11,5% nel 2020) e frane (2,2%) in numerose regioni italiane, conseguenza anche dei cambiamenti climatici. Nel 2022 i morti e dispersi sono stati 25 per alluvioni/allagamenti e 14 per frane. Nel 2023 sono stati 20 i terremoti di magnitudo superiore o uguale a 4,0 (19 nel 2022). Il più forte, magnitudo 5,2, al largo della costa calabra, mentre il più forte in terraferma, di magnitudo 4,9, ha colpito a nord di Firenze.

Nel 2023, la superficie di territorio italiano colpita da incendi è stata dello 0,29%, leggermente superiore al 2022 (0,24) ma lontano dai picchi del 2021 (0,5) e del 2017 (0,54). Nel 2024, per il 69,2% delle persone di età pari o superiore ai 14 anni, i cambiamenti climatici e l’effetto serra sono tra le prime cinque preoccupazioni ambientali.

Obiettivo 14: conservazione di mari, oceani, fiumi e laghi

Nel 2023, tornano a diminuire i rifiuti marini spiaggiati, 250 ogni 100 metri di spiaggia (nel 2022 erano 303); lontano l‘obiettivo UE (20 rifiuti ogni 100 metri). Nel 2022, tutelato l’11,6% delle aree marine, ma resta distante l’obiettivo del 30% della Strategia sulla biodiversità al 2030.

Nel 2023, protetto dalla Rete Natura 2000 il 6,5% delle aree marine. Cresce nel 2023 la percentuale di acque di balneazione con qualità eccellente: il 98,0% rispetta gli standard minimi della Direttiva sulla Balneazione UE.

Obiettivo 15: Gestione sostenibile terreni e foreste e protezione biodiversità

Nel 2022 le aree protette coprono il 21,7% del territorio nazionale. L’obiettivo fissato dalla Strategia nazionale per la biodiversità è il 30% entro il 2030. Nel 2023, le superfici forestali certificate sono aumentate ancora (+6,2% rispetto al 2022), ma la loro estensione rispetto alle aree forestali resta molto al di sotto alla media europea. Nello stesso anno, il 42,3% delle aree naturali e seminaturali presentava un grado di frammentazione alto o molto alto, che limita o impedisce lo svolgimento di fondamentali servizi ecosistemici da parte del suolo, e il 46,3% (circa il 20% del territorio nazionale) ospita 58 ecosistemi minacciati, di cui la metà in pericolo o in pericolo critico.

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