Oltre 55 ricercatori lavorano insieme per sviluppare una nuova generazione di pelli che siano allo stesso tempo performanti, sostenibili e circolari attraverso l’uso di tecnologie innovative e materiali derivati da scarti agroalimentari, tessili e conciari, riducendo così l’impatto ambientale dell’industria conciaria, ottimizzando le risorse e favorendo inoltre modelli produttivi avanzati e tracciabili.
Nel cuore della filiera moda e lusso, la pelle rappresenta da sempre uno dei materiali più iconici e strategici. L’Italia detiene un ruolo di leadership assoluta nel settore conciario ricoprendo il 67% del valore della produzione europea e circa il 25% di quella mondiale: un primato che nasce anche da un modello industriale fondato sulla trasformazione delle pelli grezze, sottoprodotto della filiera alimentare, secondo i principi dell’economia circolare.
È proprio da questo scenario che prende vita SOLARIS, un progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale che si propone di rispondere alle nuove sfide della filiera della pelle, accelerandone la transizione verso modelli produttivi circolari, sostenibili e tecnologicamente avanzati.
Tutto questo è possibile grazie alla collaborazione di più attori che vede a capofila la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti S.R.L., con la partecipazione del Politecnico di Milano, del Politecnico di Torino, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, dell’Università degli Studi di Padova, dell’Università degli Studi di Brescia e del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il progetto è finanziato dal programma MICS–Made in Italy Circolare e Sostenibile, Partenariato Esteso promosso dal MUR (Ministero dell'Università e della Ricerca) con fondi PNRR.
Coordinato dalla project manager Claudia Florio, il team di SOLARIS coinvolge un gruppo di oltre 55 ricercatori che mettono a disposizione le proprie competenze per sviluppare nuove soluzioni a basso impatto ambientale per la concia e la rifinizione delle pelli. Queste soluzioni prevedono l’utilizzo di molecole e materiali ad alto valore aggiunto, ottenuti dalla trasformazione di biomasse, in particolare da scarti agroalimentari e di altre filiere biologiche. L’obiettivo è rafforzare il ruolo della pelle come materiale strategico all’interno della bioeconomia, rispondendo anche alla crescente domanda di articoli performanti, personalizzati e funzionalizzati. Si punta a coniugare sostenibilità ambientale, economia circolare e alta qualità del prodotto.
Al centro di SOLARIS c’è una sfida ambiziosa: sviluppare una nuova generazione di pelli sostenibili e intelligenti, capaci di coniugare alte prestazioni, qualità estetico-funzionale e rispetto per l’ambiente attraverso l’integrazione di diverse tecnologie innovative, applicate lungo tutta la filiera conciaria.
La chimica verde e le biotecnologie permettono di sostituire le sostanze chimiche tradizionali con molecole funzionali ricavate da scarti conciari e biomasse rinnovabili, riducendo l’impatto ambientale dei trattamenti. Le nanotecnologie, invece, aprono la strada alla produzione di nanomateriali carboniosi in grado di conferire alle pelli proprietà avanzate come antibattericità, idrorepellenza, traspirabilità, resistenza all’ossidazione e capacità autopulenti. A queste si affianca l’additive manufacturing, utilizzato per trasformare residui di lavorazione e materiali di scarto in nuovi prodotti circolari a elevato valore aggiunto. Le tecnologie digitali 4.0 completano il quadro, offrendo strumenti per il monitoraggio in tempo reale della qualità dei materiali e dei processi, la tracciabilità lungo l’intera filiera e l’ottimizzazione dell’impiego di risorse come acqua, energia e prodotti chimici.
Grazie alla sinergia tra ricerca pubblica, industria e centri di competenza, SOLARIS punta a generare risultati concreti e trasferibili sul mercato e, oltre allo sviluppo di “smart and sustainable leathers”, il progetto intende creare materiali innovativi derivati dalla valorizzazione di scarti agroalimentari e biomasse provenienti da altre filiere, contribuendo a ridurre il ricorso a materie prime vergini.
Un ulteriore obiettivo chiave è l’ottimizzazione dei processi produttivi attraverso modelli di simbiosi industriale, che favoriscano l’interscambio tra settori – come quello agroalimentare, tessile e conciario – e promuovano una gestione più efficiente e circolare delle risorse. Infine, grande attenzione è riservata alla valutazione scientifica dell’impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita: un elemento essenziale per guidare scelte aziendali più consapevoli e sostenibili.
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