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Economia circolare, Italia seconda in Europa: le startup “circular-only” sono 827

L’ecosistema di innovazione circolare italiano, e in particolare startup e relativi flussi di capitale, al centro di un rapporto del Circular Economy Lab di Cariplo Factory e Intesa Sanpaolo Innovation Center

Transizione Energetica / Sostenibilità

L’Unione Europea ha indicato l’economia circolare come pilastro del Green Deal e della transizione verso un modello economico-produttivo per ridurre la dipendenza dalle materie prime, abbattere le emissioni di CO₂ e promuovere innovazione e competitività. E con il Clean Industrial Deal dello scorso febbraio ha ulteriormente rafforzato il concetto.

In questo contesto, secondo il Rapporto 2025 del Circular Economy Network, l’Italia sull’economia circolare sta facendo bene: è al secondo posto dopo i Paesi Bassi tra i 27 Paesi UE, ma in prima posizione nel confronto con le altre principali economie europee (Germania, Francia e Spagna).

Un primato sostenuto da performance superiori alla media europea su indicatori come il tasso di utilizzo circolare dei materiali (Italia 20,8%, UE 11,8%), e il tasso di riciclo dei rifiuti urbani, in cui l’Italia (50,8%) è seconda solo alla Germania.

Il manifatturiero italiano, risparmiati 16,4 miliardi in un anno

L’economia circolare contribuisce per 3,5 miliardi di euro al PIL nazionale e impiega circa 519.000 addetti. Secondo una stima di Cassa Depositi e Prestiti, l’adozione di pratiche circolari ha generato, nel 2024, un risparmio di 16,4 miliardi di euro per le imprese manifatturiere, pari al 14% del potenziale teorico di 119 miliardi previsto per l’Italia entro il 2030 dalla Commissione Europea.

Sono dati citati nel primo Rapporto sull’Innovazione Circolare nelle Startup Italiane, un’analisi del Circular Economy Lab (CE Lab), presentato ieri al convegno “Circular Economy: paradigma economico a prova di futuro” tenutosi presso Cariplo Factory a Milano (nella foto i relatori).

L’idea di questo rapporto, ha spiegato Giovanni Bugnotto, Director, Innovation di Cariplo Factory, è nata dalla constatazione che, a fronte della posizione di rilievo nell’economia circolare, l’Italia non aveva una mappatura completa e aggiornata di questo settore.

Il CE Lab - che è una partnership tra Cariplo Factory e Intesa Sanpaolo Innovation Center attiva dal 2018 – ha quindi cercato di scattare una fotografia aggiornata dell’ecosistema di innovazione circolare italiano, focalizzandosi in particolare sulle startup e relativi flussi di capitale.

Startup "circolari", due su tre sono nel Nord Italia

Dal 2018 a oggi, il CE Lab ha sviluppato 20 programmi di Open Innovation, mappato e valutato più di 5000 realtà innovative tra startup e PMI all’interno dei programmi di innovazione circolare.

A partire da questa repository proprietaria, lo studio ha censito 827 realtà imprenditoriali che operano con modelli “circular-by-design”, di cui quasi la metà nei settori delle soluzioni digitali (27,3%), della transizione energetica (12,7%) e dei materiali innovativi.

Il 65% delle iniziative si concentra nel Nord Italia, il 18% è nel Centro e il 17% nel Sud. Alcuni settori strategici - come imballaggi, gestione dei rifiuti, turismo e transizione energetica - sono fortemente polarizzati al Nord, mentre agrifood, edilizia e chimica-materiali mostrano una distribuzione più bilanciata.

Startup "circolari", raccolti oltre 800 milioni in tre anni

Secondo il report, tra il 2022 e il 2024 sono stati allocati complessivamente 812 milioni di euro in startup italiane dell’economia circolare, con picco nel 2022 (450 milioni), forte calo nel 2023 (96 milioni) e ripresa nel 2024 (265 milioni). “La forte prevalenza di operazioni di equity (57%) già dai round seed (quasi 80%), e la concentrazione geografica delle operazioni delineano un sistema di funding selettivo”, si legge nel report, “che premia cluster tecnologici a potenziale alta scalabilità ma rischia di escludere progetti early- stage e aree periferiche”.

Il mercato è dominato da venture capital e fondi pubblici, che rappresentano insieme il 75% delle risorse allocate, con composizione degli investitori che varia sensibilmente tra i settori. In ambiti come agrifood e gestione rifiuti prevalgono i capitali pubblici, mentre in settori come transizione energetica e mobilità cresce il ruolo dei Venture Capital.

Il report sottolinea l’importanza del supporto pubblico, in tutte le sue forme: contributi pubblici e grant, alternative a debito ed equity, sono fondamentali per un’ampia platea di startup e PMI Innovative, in particolare nelle fasi iniziali, dove oltre il 30% dei volumi raccolti proviene da questo tipo di fonti.

Economia circolare italiana in consolidamento: le 4 vie per rafforzarsi

In conclusione secondo l’ecosistema italiano dell’innovazione circolare si trova in una fase di consolidamento, e per rafforzarsi ha bisogno di quattro tipi di iniziative: potenziamento dell’equità geografica e settoriale, riforma del quadro normativo per facilitare le sperimentazioni industriali e ridurre il time-to-market dell’innovazione, accesso facilitato al mercato dei capitali, in particolare nelle fasi early-stage; e trasparenza nella valutazione d’impatto circolare, con l’adozione di metriche standardizzate e interoperabilità dei dati.

Per il resto al convegno alla Cariplo Factory uno dei momenti principali è stata l’analisi dello scenario dell’economia circolare a livello europeo e globale, condotta da Massimiano Tellini, Head of Circular Economy di Intesa Sanpaolo Innovation Center, con diversi esperti di settore: Jocelyn Blériot, Executive Lead for Policy and Institutions della Ellen MacArthur Foundation, Marco Boscolo, Responsabile European Regulatory & Growth Policies di Intesa Sanpaolo, Piergiorgio Carapella, Senior Economist del Centro Studi Confindustria, e Claudio Zara, Professore & Ricercatore, Dipartimento di Finanza e Centro di Ricerca Green dell’Università Bocconi.

Durante il confronto è stato evidenziato il percorso evolutivo della Circular Economy sia a livello di megatrend di priorità strategica sia a livello di policy per le istituzioni europee, con implicazioni rilevanti per il mondo delle imprese e delle filiere del made in Italy. È inoltre emerso come la finanza d’impresa da una parte risulta un fattore abilitante determinante nel sostenere la transizione da un’economia lineare a un’economia circolare, dall’altra può cogliere essa stessa da questa transizione importanti opportunità di generazione di valore e di riduzione del rischio sistematico.

Altro momento importante del convegno è stato il panel di testimonianze delle imprese: Marco Franza, Head of BUS Platforms di Iveco, Enrico Pochettino, Direttore Innovazione del Gruppo Iren, Vincenzo Cimini, Direttore Generale di Greenthesis, e Marta Fiori, Chief Marketing Officer di Aquila Energie, hanno raccontato i percorsi di trasformazione circolare realizzati anche grazie al supporto del CE Lab.

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