Sessanta milioni di euro di investimenti per impianti fotovoltaici, agrivoltaici e per la creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili. La green utility lombarda vede già coinvolti 13 Comuni, con lo scopo di produrre 9 milioni di Kwh all’anno. Nel frattempo, CAP ha aderito alle manifestazioni di interesse rivolte alla Regione Lombardia da parte di altri 23 Comuni.
Trasformare impianti di depurazione e acquedotto, vasche di laminazione, edifici di proprietà, ma anche aree urbane inutilizzate e persino campi agricoli in parchi fotovoltaici e agrivoltaici, per contribuire alla transizione energetica e green del Paese e del territorio. Questo è l’obiettivo di Gruppo CAP, la green utility che gestisce il servizio idrico della Città metropolitana di Milano, che ha lanciato un piano strategico per la produzione di energia pulita e a km0 sia per autoconsumo che per immissione in rete, attraverso la promozione e la creazione di Comunità Energetiche insieme ai Comuni, e attraverso la realizzazione di infrastrutture sfruttando i propri impianti industriali.
Oggi sono già 13 i Comuni coinvolti per la realizzazione delle Comunità Energetiche, che produrranno oltre 9 milioni di Kwh annui per un investimento di 10 milioni di euro, e che mira a supportarne altri 23, per un totale di 36. Ma il piano di CAP prevede anche un investimento di ben 50 milioni di euro per lo sviluppo di impianti fotovoltaici e agrivoltaici che consentano di arrivare a produrre 70GWH di energia.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili, o CER, sono delle associazioni costituite tra cittadini, pubblica amministrazione, piccole e medie imprese, privati, enti pubblici territoriali e attività commerciali con l’obiettivo di produrre, consumare e scambiare energia rinnovabile a livello locale. Sono uno degli elementi più interessanti del processo di transizione energetica e green che sta investendo il nostro Paese: chi ne fa parte, infatti, persegue il consumo sostenibile di energia ricavata da fonti rinnovabili, per avvicinarsi sempre più a un autoconsumo basato su risorse proprie. La CER beneficia non solo dell’energia pulita autoprodotta, ma anche degli incentivi economici a cui può far ricorso per la condivisione di quest’energia, erogati dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
Da sempre Gruppo CAP affianca i comuni nella realizzazione di opere e infrastrutture legate al servizio idrico o comunque complementari, come per esempio i tanti interventi di drenaggio urbano sostenibile del piano Città metropolitana Spugna avviato lo scorso anno grazie ai fondi del PNRR. Nel 2019 CAP ha adottato un Piano di Sostenibilità che identificava precisi obiettivi di ampio respiro da perseguire in un orizzonte temporale che guarda al 2033 attraverso una serie di investimenti strategici che hanno fatto dell’azienda uno dei protagonisti dello sviluppo dell’economia circolare in Italia.
In questo senso, CAP intende promuovere sul territorio lo sviluppo di Comunità Energetiche, per contribuire al perseguimento della transizione green ormai in atto nel nostro Paese, assumendo tre diversi ruoli: consumatore, produttore e referente. CAP ha consumi costanti e programmabili, e quindi può contribuire all’ottenimento degli incentivi economici previsti dalla normativa che regola le CER. Inoltre, in qualità di produttore, l’utility può mettere a disposizione delle CER di cui entra a far parte i propri impianti fotovoltaici, in modo tale che le neocostituite Comunità Energetiche possano partire anche senza fare investimenti economici e riducendo le tempistiche necessarie. Infine, Gruppo CAP può occuparsi della gestione della fase di attivazione della CER, dalla definizione dello statuto alla contrattualistica, all’accreditamento presso il GSE.
Nell’ottica di diventare sempre più una vera e propria holding della sostenibilità, Gruppo CAP propone un modello in cui l’utility realizza un impianto fotovoltaico per alimentare i propri impianti di depurazione, e la cui energia eccedente l’autoconsumo viene messa a disposizione delle Comunità Energetiche costituite dai Comuni col supporto di CAP, che partecipa col ruolo di prosumer (produttore terzo e consumatore). In questo ambito, CAP ha aderito alle manifestazioni di interesse rivolte alla Regione Lombardia da parte di altri 23 Comuni (Bresso, Cologno, Corbetta, Cambiago, Cesano Boscone, Cassano D'Adda, Lainate, Bellinzago, Gorgonzola, Inzago, Liscate, Melzo, Pioltello, Truccazzano, Vignate, San Giorgio sul Legnano, San Giuliano Milanese, Varedo, Abbiategrasso, Cuggiono, Magenta, Mesero, Santo Stefano Ticino)
Oltre alla promozione delle Comunità Energetiche sul territorio, Gruppo CAP ha elaborato un Masterplan fotovoltaico, un piano strategico che si pone obiettivo di incrementare la produzione di energia per autoconsumo o per immissione in rete dal 9% al 34%, pari a 70GWH. Il piano prevede investimenti per 50 milioni di euro, di cui 13 coperti dalla tariffa e 37 tramite partner industriali.
Il Masterplan fotovoltaico è stato elaborato da CAP per perseguire non soltanto le linee guida indicate dal proprio Piano di Sostenibilità, ma anche quelle indicate dal PREAC, il Programma Regionale Energia Ambiente e Clima di Regione Lombardia, che sono quattro: la riduzione dei consumi attraverso l’efficientamento dei processi in ogni settore, una maggiore capacità di risposta del sistema lombardo ai cambiamenti climatici, la crescita del sistema produttivo incentivando la ricerca e l’innovazione in ambito clean economy, e l’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili sia per autoconsumo che per contribuire ai bisogni della collettività.
PREAC propone la promozione di impianti fotovoltaici sfruttando le coperture e le pertinenze degli edifici esistenti, e tramite identificazione e sfruttamento di aree bonificate, discariche dismesse e aree agricole degradate. Il Master Plan Fotovoltaico di CAP prevede la copertura di circa 25.000 mq di tetti attraverso pannelli da installare in aree industriali destinate ai processi di depurazione o di trattamento acque di falda, e lo sviluppo dell’“agrivoltaico” (solo per fini di autoconsumo e in stretta collaborazione col settore agricolo) con l’implementazione di 2 progetti pilota in due distinte aree, al fine di valutarne performance, impatti ambientali e paesaggistici oltre che effetti di natura agronomica
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