: "La sovranità digitale come scelta strategica" La sovranità secondo Aruba.it
Finanziato anche con fondi PNRR, Intacture sta prendendo forma in Trentino-Alto Adige, a 100 metri di profondità, in spazi minerari sotterranei progettati ad hoc dall’azienda Tassullo.
Schneider Electric è partner tecnologico di Intacture, il primo data center in Europa a sorgere all’interno di una miniera attiva, a 100 metri di profondità, nel cuore di una montagna in Val di Non.
Il progetto, finanziato anche con fondi PNRR, è realizzato da Trentino DataMine, società espressione di partenariato pubblico-privato costituito dall’Università di Trento e un raggruppamento di imprese, selezionato tramite gara pubblica, che portano il valore delle rispettive competenze. Con una capacità iniziale di 1,5 MW, scalabile fino a 5 MW, dal 2026 l’infrastruttura sarà a servizio delle esigenze delle aziende e allo stesso tempo sarà “motore” di un polo di innovazione e ricerca per applicazioni in settori strategici quali l’AI, l’energia e le scienze della vita.

Intacture è nato con un DNA ben preciso: quello di progetto all’avanguardia, che ridefinisce il “paradigma datacenter” in chiave di sostenibilità ambientale. Con oltre l’80% della sua struttura interamente in ipogeo - che implica anche una minimizzazione del consumo di suolo - Intacture sfrutta le caratteristiche naturali dell’ambiente in cui è inserito per garantire un raffreddamento più efficiente, risparmio energetico e sicurezza dei dati.
La partnership strategica con Schneider Electric consente al progetto di fare un ulteriore passo avanti nella trasformazione sostenibile delle infrastrutture digitali.
Le tecnologie di Schneider Electric consentiranno di ottimizzare i consumi, aumentare la sicurezza operativa e ridurre drasticamente l'impatto ambientale, facendo attestare l’efficienza energetica su un PUE (Power Usage Effectiveness) inferiore a 1,25 - risultato di eccellenza che lo collocherà ben al di sotto della media europea dei consumi dei data center.
Le nuove generazioni di veicoli sono vere e proprie software-defined cars, progettate per evolvere nel tempo grazie a software, AI e aggiornamenti OTA: sono ormai più simili a dispositivi digitali che a mezzi meccanici. Ma perché queste auto possano davvero ‘pensare’, ‘prevedere’ e ‘collaborare’ tra loro, è indispensabile un ecosistema distribuito che metta in sinergia cloud provider, reti mobili, infrastrutture edge, specialisti di AI e piattaforme di interconnessione neutrali.
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Il progetto H2SCORE intende dimostrare il ruolo strategico dell'idrogeno nell'ottimizzare l'efficienza e l'autosufficienza delle Comunità Energetiche Rinnovabili.
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Il Business Incubation Centre dell’Agenzia Spaziale Europea, gestito dall’Incubatore del Politecnico di Torino (I3P) in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, festeggia i primi quattro anni di attività con il raggiungimento di due importanti traguardi che confermano la solidità di Torino come principale polo nazionale per le tecnologie spaziali.
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Il nuovo pacchetto per l'auto da una parte mantiene un forte segnale a favore dei veicoli a emissioni zero, al contempo offre all'industria automobilistica una maggiore flessibilità per raggiungere gli obiettivi di CO2, sostenendo i veicoli e le batterie prodotti nell'Unione europea. Dal 2035 le case automobilistiche dovranno rispettare un obiettivo di riduzione delle emissioni del 90%, mentre le restanti emissioni del 10% dovranno essere compensate mediante l'uso di acciaio a basse emissioni.