: "I rischi del lock-in" La sovranità secondo Aruba.it
Semrush ha analizzato l’interesse intorno ai nuovi strumenti di intelligenza artificiale, evidenziando quali siano le principali curiosità a riguardo. Tra i timori più diffusi, quello che possa sostituire delle professioni.
Sta facendo molto discutere negli ultimi tempi l’uso di ChatGPT, strumento che, grazie all’intelligenza artificiale, è in grado di produrre testi, poesie, e anche replicare lo stile di scrittura di una persona realmente esistente. Le implicazioni connesse allo sviluppo di queste nuove tecnologie sono tantissime, e c’è chi, come Elon Musk ed altri esperti, chiede di fermarne lo sviluppo, mentre l’Europol mette in guarda da un uso improprio.
Gli utenti, invece, sembrano esserne entusiasti, al punto che ChatGPT ha dovuto sospendere le nuove iscrizioni per un periodo, creando una lista d’attesa. Per comprendere quale sia il loro stato d’animo riguardo questo strumento, Semrush, piattaforma leader nella gestione della visibilità sul web, ha analizzato le ricerche online correlate, per indagare quali siano le principali curiosità e preoccupazioni a riguardo.
La prima cosa che appare evidente è il grande interesse da parte degli utenti in Italia, al punto che siamo nella top 10 (al nono posto) tra i paesi del mondo con il maggior volume di ricerche online su ChatGPT, con oltre 25.5 milioni di digitazioni, con una crescita del 46.3 mila per cento in un anno. La fascia d’età che sembra essere maggiormente interessata a questa tecnologia è quella tra i 25 e i 34 anni, che rappresenta il 48%, seguita dalla forbice 18-24 anni (35%). Il pubblico sembra essere principalmente maschile (90%), con un buon livello di istruzione (il 48% ha una laurea o un titolo post-laurea).
In generale, c’è grande curiosità intorno a tutti gli strumenti di intelligenza artificiale, non solo verso ChatGPT. Ogni mese vengono fatte in rete centinaia di migliaia di ricerche su queste tematiche, ma c’è una domanda ricorrente che sembra preoccupare gli utenti: quali lavori rimpiazzerà l’intelligenza artificiale? Un dubbio che nel giro di 12 mesi è cresciuto del 1.011%.
Ma c’è anche chi, intuendone la straordinaria portata innovativa, cerca di comprendere il funzionamento, impararlo e poi cercare offerte di lavoro per figure che sappiano usare bene l’intelligenza artificiale. Le ricerche online di questo tipo nell’ultimo anno sono aumentate di circa il 1.970%.
“Non possiamo negare che l’intelligenza artificiale stia entrando prepotentemente in molti ambiti della nostra vita, privata e professionale – Spiega Chiara Clemente, Marketing Manager Italia di Semrush – Certo, se utilizzata nel modo sbagliato, questa tecnologia potrebbe avere effetti negativi sulla società, e i timori degli esperti sono più che comprensibili. Ma non possiamo negare che si tratta di un’importante opportunità di progresso, che sarebbe da pazzi ignorare o sottostimare. Non credo che l’intelligenza artificiale rimpiazzerà completamente delle professioni, ma di certo potrebbe cambiare il modo in cui queste vengono svolte, rendendo i risultati sempre più rapidi e performanti”.
Giovanna Labartino, Senior Economist del Centro studi di Confindustria, presentando il rapporto "IA e lavoro: nel cuore della trasformazione" sottolinea alcune questioni oggi al centro del dibattito sul tema intelligenza artificiale-occupazione.
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Le città “full digital” sono Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Modena, Parma, Prato, Rimini, Roma Capitale, Siena, Torino, Trento e Venezia.