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L’Italia, secondo Paese in Europa per produzione di biogas, può aspirare a obiettivi ancora più ambiziosi, in linea (se non superiori) alle traiettorie positive già evidenziate con la proposta di revisione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) presentata a Bruxelles e ai target inseriti nel Piano della Commissione UE REPowerEu che prevede l’obiettivo di produrre 35 miliardi di Smc entro il 2030.
Una soluzione alla crisi energetica e climatica, ma anche un impulso al percorso di decarbonizzazione del sistema economico produttivo del Paese, nonché di valorizzazione dei sottoprodotti di origine agricola e della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata. La Piattaforma Tecnologica Nazionale del Biometano coordinata dal CIB - Consorzio Italiano Biogas e dal CIC-Consorzio Italiano Compostatori ha promosso oggi a Ecomondo il documento “Il ruolo del biogas e del biometano nella transizione eco-energetica. Sfide e obiettivi”, presentato al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), Gilberto Pichetto Fratin.
Il documento delinea le nuove opportunità del settore, alla luce dell’attuale scenario che vede una produzione di 2 miliardi e mezzo di mc di gas rinnovabile destinato soprattutto alla produzione elettrica e termica rinnovabile e per una quota minoritaria, pari a circa 420 milioni di Smc, immesso in consumo come biometano nel settore dei trasporti. Inoltre, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede entro il 2026 ulteriori 2,6 miliardi di Smc di biometano attraverso la realizzazione di nuovi impianti e la riconversione di una parte di quelli esistenti.
Ma l’Italia, secondo Paese in Europa per produzione di biogas e tra i principali al mondo, può aspirare a obiettivi ancora più ambiziosi, in linea (se non superiori) alle traiettorie positive già evidenziate con la proposta di revisione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) presentata a Bruxelles e ai target inseriti nel Piano della Commissione Ue REPowerEu che prevede l’obiettivo di produrre 35 miliardi di Smc entro il 2030. Infatti, secondo i dati dello studio Farming for Future del CIB, il settore agricolo può raggiungere al 2030 più di 6 miliardi di Smc complessivi di biometano mentre, secondo il CIC, la produzione da rifiuti a matrice organica può raggiungere 1 miliardo di Smc, dagli attuali 200 milioni.
“Le sfide che hanno attraversato il Paese nel corso degli ultimi anni hanno dato nuovo slancio a soluzioni energetiche sostenibili e nazionali, attraverso una serie di provvedimenti che hanno favorito ulteriormente lo sviluppo del biogas e del biometano, con importanti segnali per avviare gli investimenti e i cantieri nell’ambito del PNRR. Oggi, però, viene chiesto a tutti gli attori della filiera, che fanno parte della Piattaforma Tecnologica Nazionale del Biometano, un maggiore impegno per non rallentare il rilancio rinnovabile e green del Paese. Per questo, il documento presentato oggi contiene una roadmap concreta per il raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica che tengano conto delle esigenze del settore e delle imprese. Pertanto, è necessario avviare con le Istituzioni una pianificazione degli investimenti che superi l’orizzonte del Recovery Plan, che consenta una programmazione industriale in linea con le ambizioni del Paese e che traguardi gli obiettivi del 2030 e oltre”, affermano i rappresentanti delle Associazioni della Piattaforma.
GLI OBIETTIVI DEL SETTORE E LE AZIONI NECESSARIE
Per raggiungere gli obiettivi fissati dal PNRR e raccogliere le sfide previste dall’aggiornamento del PNIEC, le Associazioni firmatarie della Piattaforma ritengono fondamentale la messa a punto di specifici interventi per garantire stabilità e nuovo slancio al settore. Innanzitutto, si chiede di definire, entro la fine del 2024, un provvedimento che stabilisca regole e condizioni di incentivazione degli impianti di biometano dal 2025 al 2030, al termine del periodo previsto dal PNRR (gennaio 2025). Si tratta di un segnale importante per dare continuità alla progettazione e alla realizzazione degli impianti fornendo alle imprese un quadro chiaro ed delle opportunità di sviluppo e di investimento.
E’ indispensabile dare attuazione alla norma del Dl Asset che prevede l’adeguamento degli incentivi biometano all’inflazione, prevedendo un intervento che garantisca, per tutte le procedure competitive del DM 15 settembre 2022, una omogeneità di trattamento. Inoltre, viene ricordato di confermare la piena applicazione del principio del bilancio di massa agli impianti incentivati ai sensi del DM 15 settembre 2022 e confermare che il mancato allaccio alla rete di trasporto o distribuzione del gas naturale deve essere considerata “causa di forza maggiore”.
In aggiunta, relativamente all’attuazione del DM 2 marzo 2018, è necessario definire le cause di forza maggiore che giustificano il posticipo dell’entrata in esercizio degli impianti e un limite temporale massimo dell’entrata in esercizio, così da non penalizzare le iniziative in corso di realizzazione. Un ulteriore punto considera di prevedere misure specifiche per le riconversioni a biometano degli impianti esistenti che trattano rifiuti a matrice organica.
Il documento evidenzia, poi, l’urgenza di definire in tempi rapidi i prezzi minimi garantiti per gli impianti di biogas (approvati con il Dl Rigassificatori). Tali disposizioni sono correlate anche allo sviluppo del biometano perché un quadro di regole organiche chiare è condizione indispensabile per permettere alle aziende di fare scelte di investimento in relazione all’opportunità di conversione degli impianti esistenti.
Con il 3,35% del PIL destinato alla ricerca e sviluppo, una produttività del lavoro superiore del 14,2% alla media UE e un sistema di incentivi alla ricerca tra i più competitivi (14%), l’Austria si propone oggi come destinazione privilegiata per investimenti nel settore delle batterie e della transizione energetica.
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