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Se anche solo valorizzassimo il 2% del potenziale presente in tutto il territorio italiano nei primi 5 km di profondità, la geotermia potrebbe contribuire al 10% della produzione elettrica prevista al 2050. Serve però una strategia e un'alleanza industriale, come viene sottolineato dall'Italian Geothermal Forum.
Con la richiesta sempre più pressante di energia per far fronte alle richieste delle aziende ma anche dell'utente comune è indispensabile andare alla ricerca di nuovi fonti. Sviluppare la geotermia in Italia permetterebbe di raggiungere più facilmente gli obiettivi di decarbonizzazione: se anche solo valorizzassimo il 2% del potenziale presente in tutto il territorio italiano nei primi 5 km di profondità, la geotermia potrebbe contribuire al 10% della produzione elettrica prevista al 2050. "La geotermia di fatto può rappresentare la chiave di volta necessaria non solo al raggiungimento dei target europei di decarbonizzazione ma anche allo sviluppo complessivo del Paese e a una riduzione delle bollette per famiglie e imprese".
Si è aperta con queste parole del Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, l'Italian Geothermal Forum, evento organizzato da Mirumir, dedicato alla promozione del dibattito sullo stato e sulle prospettive del settore geotermico, in corso presso il Centro Congressi Auditorium della Tecnica di Roma. La manifestazione è realizzata in collaborazione con l'Unione Geotermica Italiana (UGI), l'Associazione Italiana Riscaldamento Urbano (AIRU), il Consiglio Nazionale dei Geologi, la Rete Geotermica e l'Associazione Nazionale Impianti Geotermia Heat Pump (ANIGHP) - sezione di ANIPA.
Al centro del dibattito, in particolare, la necessità di una strategia e di una alleanza industriale, con piani chiari a livello europeo e nazionale per supportare lo sviluppo della geotermia, e di una semplificazione dei permessi. Inoltre, è stata sottolineata la necessità di attrarre capitali privati, garantire contratti a lungo termine e mitigare i rischi finanziari. Per raggiungere gli obiettivi di sicurezza energetica e neutralità climatica al 2050, è fondamentale che l'Italia integri i contributi di tutte le tecnologie pulite disponibili, promuovendo lo sviluppo e l'impiego della fonte geotermica: costante, continua, pulita, disponibile ovunque e a minimo impatto ambientale.
"C'è bisogno di avere una strategia a livello europeo per sviluppare la geotermia. Abbiamo in Europa già 150 centrali elettriche, 400 reti teleriscaldamento e 2,5 milioni di PaCG ma possiamo fare molto di più. Possiamo triplicare questa capacità nei prossimi anni. Per questo abbiamo bisogno di avere degli obiettivi ma anche un quadro che permetta di raggiungere questi obiettivi: semplificazione della legislazione, avere un miglior quadro finanziario e anche una capacità industriale che permetta di creare posti di lavoro per tutti", ha commentato a margine del suo intervento Philippe Dumas, Segretario Generale EGEC.
Durante il Forum è stato evidenziato che l'Italia è l'ottavo Paese al mondo e il primo in UE per potenza geotermica installata per la tecnologia tradizionale. Il nostro Paese è tra i leader europei con una potenza nominale superiore a 900 MegaWatt e una produzione elettrica annua di circa 6,1 TeraWattora all'anno (3% circa fabbisogno energetico nazionale).
Il 75% delle famiglie italiane vivono in condomini che spesso presentano problemi strutturali tali da incidere in modo diretto su salute, produttività ed economia nazionale. Infatti in Italia ogni anno circa 15 milioni di giornate di malattia prese dai lavoratori italiani sono direttamente legate allo scarso benessere nei condomini, con danni economici stimati fino a 750 milioni di euro annui per il nostro Paese.
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