: "Cybersecurity e autonomia digitale" La sovranità secondo Aruba.it
I batteri possono essere ingegnerizzati geneticamente per rilevare specifici fattori ambientali, come sostanze chimiche tossiche, variazioni di pH o livelli di nutrienti.
In un'epoca di pressanti sfide ambientali, stanno emergendo tecnologie innovative per affrontare ciò che i metodi tradizionali hanno faticato a risolvere. Una delle nuove frontiere di questa ricerca è l'IoT microbico, una fusione rivoluzionaria di microbiologia e IoT. Grazie all'utilizzo delle capacità naturali dei microrganismi, come evidenzia un’analisi di Check Point, questa tecnologia promette di trasformare il modo in cui monitoriamo e proteggiamo il nostro ambiente.
L'IoT microbica integra dispositivi intelligenti e connessi all'IoT con microrganismi che fungono da biosensori naturali. I batteri, ad esempio, possono essere ingegnerizzati geneticamente per rilevare specifici fattori ambientali, come sostanze chimiche tossiche, variazioni di pH o livelli di nutrienti. Quando questi microrganismi incontrano uno stimolo, producono segnali misurabili, come bioluminescenza, variazioni di conducibilità elettrica e altri output che i dispositivi IoT possono rilevare e trasmettere.
L'innovazione di questo sistema risiede nella combinazione di biologia e tecnologia. Invece di affidarsi esclusivamente a sensori fisici, che possono richiedere una calibrazione frequente, un elevato consumo di energia o una lunga manutenzione, gli organismi viventi possono adattarsi naturalmente al loro ambiente. Questa adattabilità offre la possibilità di un monitoraggio ambientale a lungo termine, efficiente e preciso.
Le applicazioni IoT microbiche abbracciano numerosi settori ed ecosistemi:
I metodi tradizionali di monitoraggio ambientale sono spesso limitati da costi, dimensioni e accessibilità. L'installazione di un'ampia infrastruttura fisica o l'utilizzo di analisi chimiche richiedono risorse e manodopera significative. L'IoT microbico offre un'alternativa economica e scalabile, accessibile anche in ambienti remoti o con risorse limitate.
Oltre all'efficienza, questa tecnologia incarna la sostenibilità. Utilizzando organismi viventi che prosperano in ecosistemi diversi, riduce al minimo le interruzioni ecologiche e fornisce un feedback continuo. Questo passaggio a un approccio di monitoraggio più simbiotico è in linea con le priorità globali di conservazione della biodiversità e di promozione dello sviluppo sostenibile.
Sfide e direzioni future
Garantire la sicurezza informatica in questo campo è fondamentale per evitare abusi, interruzioni del sistema o addirittura manipolazioni dolose dei dati o dei processi microbici. Sebbene il potenziale dell'IoT microbico sia immenso, rimangono diverse sfide:
Il batterio Conan e il suo impatto sull'IoT microbica
Il batterio Conan, formalmente noto come “Deinococcus radiodurans”, è una meraviglia della natura con una straordinaria resistenza alle radiazioni, all'essiccazione e a condizioni ambientali estreme. La sua resilienza lo rende un candidato privilegiato per il progresso delle applicazioni IoT microbiche in ambienti difficili, dall'esplorazione dello spazio profondo al monitoraggio dei siti di scorie nucleari. Con l'integrazione di D. Readiodurans (batterio tra i più resistenti alle radiazioni) negli ecosistemi IoT, gli scienziati possono creare biosensori in grado di prosperare dove la maggior parte dei microrganismi fallisce, garantendo la raccolta e l'analisi continua dei dati in condizioni precedentemente ritenute inaccessibili. Tuttavia, la robustezza del batterio presenta anche dei rischi: nelle mani sbagliate, la sua resistenza agli stress ambientali potrebbe essere usata come arma o abusata, ad esempio per creare organismi sintetici incontrollabili.
Uso e abuso
Principali sfide per la sicurezza informatica
La sicurezza informatica è fondamentale, poiché la manipolazione dolosa dell'IoT microbica nella sanità, nell'agricoltura o nella biolavorazione potrebbe servire come metodo non convenzionale di bioterrorismo. Inoltre, i concorrenti potrebbero dirottare i sistemi IoT microbici per sabotare le operazioni, rubare dati biotecnologici sensibili o indebolire i loro rivali di mercato. Infine, la falsificazione di dati sull'inquinamento o sull'ambiente potrebbe compromettere gli sforzi normativi, causando danni alla popolazione e degrado ecologico.
Questi minuscoli organismi potrebbero, inoltre, causare:
Come l'IoT microbico sta plasmando il futuro del monitoraggio ambientale
L'IoT microbico è un esempio lampante di come l'innovazione interdisciplinare possa affrontare sfide globali critiche. Sfruttando le capacità dei microrganismi e integrandole con i sistemi IoT, otteniamo potenti strumenti per salvaguardare la salute ambientale. L'evoluzione di questo campo potrebbe rivoluzionare ogni aspetto, dal monitoraggio dell'inquinamento alla scienza del clima, ponendo le basi per un futuro più resiliente e sostenibile. L'importanza di investire e sviluppare questa tecnologia non può essere sottovalutata.
Lo ha puntualizzato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sottolineando che la nuova Transizione 5.0 sarà..: "ancora più attrattiva perchè libera finalmente da diversi vincoli europei".
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Fondata nel 2004 con un progetto d’impresa precursore dell’economia circolare, la cuunese Ferwood è diventata un punto di riferimento internazionale e oggi l’export rappresenta l’80 del proprio fatturato.
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Messo a punto da Salesforce AI Research, eVerse va oltre la semplice formazione e permette agli agenti di Agentforce di affrontare anche le conversazioni vocali più imprevedibili. Infatti gli agenti AI vengono addestrati e messi sotto stress negli ambienti virtuali che replicano rumori, accenti, interferenze e tutte le complessità tipiche delle situazioni reali.
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Quattro i green claim inibiti tra cui "maglieria Impatto 0" e "Questa impresa rispetta alti standard di impatto ambientale e sociale positivo". Per Il Tribunale di Milano sono considerati illegittimi i green claim vaghi, generici e non verificabili.
Una singola query può consumare fino a 0,43 Wh, con punte di 2–4 Wh per richieste più lunghe o articolate. Secondo Confartigianato, in Italia tra il 2019 e il 2023, la domanda elettrica dei servizi informatici e dei data center italiani è cresciuta del 50%, con un balzo del 144% delle attività dei servizi informatici e data center. Ed entro il 2026 il consumo globale di elettricità dei data center potrebbe più che raddoppiare.
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