L’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e Thales Alenia Space Italia ripensano gli habitat spaziali del futuro attraverso un living lab digitale orientato dal design.
L’accessibilità allo spazio a nuove comunità sia produttive che professionali non è più un’utopia fantascientifica, ma la prossima frontiera dell’esperienza di uomini e donne nello spazio. A confermare questa tendenza un’economia spaziale globale in forte espansione che nel 2024 ha registrato un valore pari a 418 miliardi di dollari e con una stima di crescita di 6,7% all’anno tra il 2025 e il 2034. Lo spazio, dunque, non è più territorio riservato ad astronauti specializzati, ma si prepara ad accogliere ricercatori, tecnici ma anche piccole e medie imprese del Made in italy disposte ad investire in questo settore. Oggi abitare lo spazio non significa più soltanto affidarsi alla tecnologia per la sopravvivenza, ma anche prendersi cura della salute, mantenere l’equilibrio psicofisico, favorire le relazioni umane e garantire condizioni di comfort e sicurezza, in ambienti estremi e inospitali a centinaia di migliaia di chilometri dalla Terra.
Nei prossimi decenni, la presenza umana nello spazio è destinata a espandersi; ripensare il design degli interni di stazioni spaziali e habitat pressurizzati rappresenta una sfida tanto ingegneristica quanto umana, in cui emergeranno nuove esigenze legate alla centralità della persona, alla funzionalità e all’organizzazione degli spazi. La missione sarà progettare ambienti con una sempre migliore qualità della vita per chi vivrà e lavorerà nello spazio ed è questo l’obiettivo fondamentale di “Beyond the Space Life”, il lavoro di ricerca applicata nato dalla sinergia tra competenze, tecnologie, metodologie dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e il know-how industriale di Thales Alenia Space Italia S.p.A., realtà leader nella realizzazione di moduli abitativi spaziali. Il progetto è finanziato dal programma MICS–Made in Italy Circolare e Sostenibile, Partenariato Esteso promosso dal MUR (Ministero dell'Università e della Ricerca) con fondi PNRR.
Dal 2023, un team interdisciplinare composto da dottorandi, borsisti di ricerca, ricercatori e docenti (Veronica Pasini, Raffaele Montemurro, Valentina Gianfrate, Andreas Sicklinger, Michele Zannoni, Flaviano Celaschi, Alice di Francescantonio, Giulia Bastoni, Carolina Beccari, Martin Huska del Dipartimento di Architettura e il Dipartimento di Matematica dell’Università di Bologna (UNIBO) e da manager dell’area Ricerca e Sviluppo di Thales Alenia Space Italia (Lucia Grizzaffi, Elia Sindoni, Lorenzo Rocci, Nona Zakoyan) – coordinato dalla project manager Laura Succini (UNIBO) – è impegnato nello sviluppo di uno strumento chiamato “Space Digital Living Lab”, uno spazio fisico-digitale per la progettazione e la condivisione di conoscenza per innovare la progettazione di habitat spaziali in ottica anche predittiva e per promuovere processi di di open innovation orientati alla sostenibilità e alla creazione di soluzioni sistemiche tra ricerca e industria. L’obiettivo è supportare i futuri progettisti nello studio della configurazione dinamica dell’abitacolo spaziale in fase di concettualizzazione, con soluzioni di arredo modulari e personalizzabili, adatte sia alle zone operative che a quelle dedicate al riposo. Particolare attenzione è rivolta alla funzionalità degli arredi, alla loro configurabilità all'interno dell’ambiente pressurizzato e agli effetti sensoriali dell’illuminazione. Inoltre, il sistema di simulazione virtuale consente anche di simulare i flussi di movimento e l’usabilità degli spazi, offrendo uno strumento avanzato per migliorare l’esperienza progettuale degli ambienti.
“Beyond the Life Space” nasce da un approccio advanced design e human center design e, per questo, mette al centro il miglioramento dell’esperienza dell’equipaggio attuale e futuro considerando il benessere da più punti di vista: interazione fisica, sensoriale, percettiva e delle emozioni.
Inoltre, il progetto tiene conto non solo della dimensione della sostenibilità ambientale - per una migliore ottimizzazione dei materiali , ma anche della dimensione sociale legata ai concetti di innovazione responsabile (etica, equità di genere, inclusione).
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