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Il mercato italiano dei servizi e delle soluzioni legati all'Agricoltura 4.0 ha contabilizzato circa 2,1 miliardi di euro nell'anno solare 2022, con una crescita del 31% rispetto al 2021. Queste, e altre indicazioni, dall'Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia.
Il mercato italiano dei servizi e delle soluzioni legati all'Agricoltura 4.0 nel 2022 ha totalizzato circa 2,1 miliardi di euro, con una crescita del 31% rispetto al 2021. Cresce anche la superficie coltivata con soluzioni 4.0, che passa dal 6% del 2021 all’8% nel 2022. Il 65% del valore del mercato è fatto da macchinari connessi e sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature. In forte crescita anche i sistemi di monitoraggio da remoto di coltivazioni, terreni e infrastrutture (+15% anno su anno).
Sono queste le indicazioni chiave che emergono dall'Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia. Entrambi tracciano uno scenario complessivamente positivo dell'Agricoltura 4.0 nazionale, ma con qualche segnale di attenzione. La quota della superficie coltivata con soluzioni 4.0 è, ad esempio, ancora limitata. E una fetta rilevante degli investimenti tecnologici del 2022 è stata effettuata da aziende agricole che hanno già esperienza n questo ambito e che stanno proseguendo il proprio percorso di innovazione.
Ci sono quindi molte altre realtà ancora da raggiungere con le nuove tecnologie. Un bene e un male allo stesso tempo: un male perché la diffusione della digitalizzazione potrebbe e dovrebbe essere superiore, un bene perché c'è la possibilità di concretizzare velocemente ampi margini di miglioramento.
Come in altri campi che stanno affrontando in questi anni una marcata digitalizzazione, infatti, anche in agricoltura una volta toccati con mano i vantaggi della digitalizzazione non si torna più indietro. Anzi. Tra le aziende agricole già digitalizzate, spiega l'Osservatorio, più della metà implementa più di una soluzione: in media, sono adottate 3 soluzioni per azienda. Tra le aziende della filiera a valle, quella della trasformazione agroalimentare, quasi la metà ne ha implementate quattro o più in contemporanea.
Proprio il comparto della trasformazione agroalimentare sta diventando un utente sempre più impegnato nel digitale. Soprattutto per tracciabilità alimentare, produzione, logistica, controllo della qualità della materia prima e del prodotto finito. L’88% delle aziende, in particolare, sta innovando nell’area della tracciabilità, per ridurre i tempi richiesti per la rintracciabilità dei prodotti in caso di criticità e snellire i processi di inserimento dei dati, riducendo il margine di errore. La tendenza all’innovazione è confermata anche guardando all’offerta tecnologica: in Italia, il 75% delle soluzioni digitali per la tracciabilità alimentare è abilitato da tecnologie innovative e il 17% di queste è proposto da startup, che in questo ambito offrono principalmente soluzioni basate su tecnologia blockchain.
C'è comunque una diffusa prudenza relativa alla digitalizzazione. Poco meno del 30% delle aziende coinvolte dall'Osservatorio dichiara di voler investire in nuove soluzioni digitali entro i prossimi tre anni, anche se in larga maggioranza (80% circa) ne ha già implementata almeno una. Probabilmente vuole ora misurarne i benefici, prima di procedere con nuovi investimenti.
Le città “full digital” sono Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Modena, Parma, Prato, Rimini, Roma Capitale, Siena, Torino, Trento e Venezia.
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Il progetto mira a innovare le auto elettriche, integrando pacchi batteria e celle direttamente nel telaio tramite nuove strutture multifunzionali.
05-12-2025
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04-12-2025
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