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Energia nucleare: Confindustria ed ENEA presentano studio su tecnologie, costi e ricadute

Confindustria ed ENEA hanno pubblicato un rapporto, intitolato "Lo sviluppo dell'energia nucleare nel mix energetico nazionale - Le potenzialità per l'industria italiana", che mira a supportare gli obiettivi di decarbonizzazione, sicurezza energetica e competitività industriale del Paese.

Transizione Energetica / Sostenibilità

Confindustria ed ENEA hanno presentato il Rapporto “Lo sviluppo dell’energia nucleare nel mix energetico nazionale - Le potenzialità per l’industria italiana”, un documento che delinea la strategia per reintegrare l’energia nucleare nel mix energetico italiano, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione, sicurezza energetica e competitività industriale.

Tra i principali vantaggi delle nuove tecnologie: emissioni minime lungo l’intero ciclo di vita, produzione programmabile di elettricità e calore, basso fabbisogno di combustibile, ridotta produzione di rifiuti, costo dell’energia stabile perché non influenzato dalla volatilità delle materie prime e maggiore affidabilità della rete elettrica, senza oneri aggiuntivi per la distribuzione.

Per quanto riguarda gli aspetti economici per le due tipologie di impianti proposte (Small modular Reactor e Advanced Modular Reactor), lo studio stima la creazione di circa 117.000 nuovi posti di lavoro, di cui 39.000 direttamente nella filiera. Secondo gli scenari analizzati, con un primo impianto operativo dal 2035, il nucleare risulterà vantaggioso sia dal punto di vista economico che energetico, con benefici di rilievo per l’industria, soprattutto per i processi ad alta temperatura difficili da decarbonizzare. Il rapporto sottolinea inoltre l’efficacia di un adeguato sistema di incentivi al nucleare, sulla scia di quanto già avvenuto con le fonti rinnovabili.

Tecnologie - L’introduzione del nucleare avanzato e sostenibile in Italia al fianco delle fonti rinnovabili si fonda sulle tecnologie di nuova generazione che consentono di raggiungere gli obiettivi ambientali e di sicurezza energetica, con benefici in termini di riduzione dei costi per cittadini e imprese e del consumo di suolo, di maggiore stabilità e sicurezza della rete elettrica e avvicinamento tra luoghi di produzione e centri di consumo. Le tecnologie alla base del rilancio sono:

SMR (Small Modular Reactor): reattori modulari di piccola taglia, più flessibili, sicuri e adatti alla cogenerazione a media-alta temperatura. Offrono vantaggi in termini di costi, tempi di installazione e stabilità della rete.

AMR (Advanced Modular Reactor): reattori avanzati, modulari ad alta efficienza, che si integrano in una logica complementare agli SMR, capaci di riciclare il combustibile esausto proveniente dagli SMR, di fornire calore di processo ad alta temperatura per applicazioni industriali.

Caratteristiche:

  • emissioni minime lungo l’intero ciclo di vita;
  • produzione programmabile e stabile di elettricità e calore in modalità cogenerativa;
  • minime necessità di combustibile (consentendo di stoccare facilmente riserve strategiche) e produzione di rifiuti;
  • costo dell’energia marginalmente influenzato dal costo del combustibile, dunque stabile e garantito;
  • maggiore stabilità, sicurezza e affidabilità della rete elettrica, senza costi aggiuntivi per il sistema di distribuzione.

Roadmap - La roadmap tracciata dal rapporto prevede di implementare una flotta di reattori nucleari di tipo SMR, in virtù della maggior maturità tecnologica, affiancati, appena disponibili, da sistemi AMR per poter beneficiare delle rispettive caratteristiche peculiari, sinergiche e complementari.

Aspetti economici - Sulla base di studi IEA, il costo di generazione relativo ad impianti SMR ed AMR è stimato tra 70 e 110 USD/MWh, comparabile con il costo delle fonti rinnovabili (considerando i costi di accumulo). Secondo il rapporto, lo sviluppo del nucleare potrebbe generare un ritorno economico pari al 2,5% del PIL nazionale e creare 117.000 nuovi posti di lavoro, di cui 39.000 direttamente nella filiera.

Oltre 70 aziende italiane già operano in ambito nucleare; si tratta di un presidio che, se opportunamente supportato, può fungere da volano per l’espansione della catena del valore nucleare nazionale. Numerose imprese associate a Confindustria hanno manifestato interesse ad estendere il proprio business nel settore nucleare. Per il rilancio anche industriale della ricerca in campo nucleare, sono già presenti alcuni piani d’investimento, come il Piano di Ricerca Nucleare (PNR).

Formazione, sostegno alla ricerca e comunicazione – Per l’attuazione di un programma sul nucleare sostenibile in Italia è necessario un approccio integrato che preveda una forte connessione tra industria, ricerca, istruzione e formazione. A tal fine, il documento evidenzia l’urgenza di un piano formativo nazionale per la qualifica di tecnici e professionisti, su tutti i livelli dell’istruzione (superiore e universitaria) e per svariate discipline (ingegneria, giurisprudenza, chimica, fisica, management). Il piano dovrà coinvolgere università, istituti tecnici e professionali, enti di ricerca e aziende interessate per potenziare la formazione a tutti i livelli e percorsi di addestramento sul campo, anche per figure provenienti da settori diversi, e garantire personale adeguatamente preparato e continuamente aggiornato.

Per mantenere la competitività a livello internazionale, è imprescindibile il sostegno pubblico alla ricerca, al fine di aumentare gli investimenti e potenziare le infrastrutture.

Studi e sondaggi evidenziano un crescente consenso per il nucleare, ma anche una diffusa carenza di informazione. In questo contesto è necessaria una comunicazione chiara, accessibile, trasparente e basata su dati oggettivi per favorire un dibattito informato e una partecipazione attiva che preveda il coinvolgimento tutte le parti interessate e la diffusione di una narrativa corretta con la quale fornire le conoscenze base che consentano al pubblico di avvicinarsi con maggiore consapevolezza alle riflessioni e ai dibattiti. Fondamentale istituire programmi educativi e di divulgazione scientifica e sviluppare una cultura della sostenibilità energetica sulla base delle esperienze dei Paesi in cui la conoscenza dei benefici legati a questa tecnologia ha incrementato la sua accettabilità sociale.

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