Quasi la metà delle imprese valuta negativamente la situazione economica attuale globale e la situazione economica del nostro Paese (44%). Nonostante ciò, quasi il 68% degli imprenditori crede nella capacità delle imprese italiane di creare innovazione.
Resilienza, innovazione e competitività, sono le parole chiave che emergono dall’indagine condotta da EY Private, in collaborazione con SWG, condotta tra aprile e maggio 2025 e che ha coinvolto un campione di 60 aziende italiane di medio-grandi dimensioni approfondendo sfide, strategie e prospettive future dell’imprenditoria italiana, ma anche la loro visione sulla situazione geopolitica attuale, con i recenti dazi, e l’impatto sulle imprese delle nuove tecnologie come l’IA.
Quasi la metà degli imprenditori intervistati valuta negativamente la situazione economica attuale globale e poco meno, il 44%, valuta negativamente la situazione economica del nostro Paese. Nonostante ciò, quasi il 68% degli imprenditori è positivo rispetto alla capacità delle imprese italiane di creare innovazione.
Dall’indagine EY-SWG emerge, quindi, come le imprese italiane stiano rispondendo con resilienza e capacità di innovazione alle sfide poste dallo scenario geopolitico attuale. Infatti, il 96% degli imprenditori intende investire nel prossimo biennio, con investimenti mirati all’innovazione e alla sostenibilità. Tra gli investimenti previsti, in particolare: ricerca e sviluppo (60%); rinnovo dei macchinari e delle tecnologie di produzione (58%); sostenibilità ambientale, economica e sociale (56%); implementazioni di tecnologie basate sull’IA (48%); personale (assunzioni, incentivi, premialità) (44%).
Lo scenario geopolitico attuale richiede alle aziende interventi ad ampio spettro: questo scenario ha portato le aziende italiane a fare alcuni cambiamenti relativi alla strategia di investimento in tecnologia (59%), ma anche di approvvigionamento delle materie prime (57%) o nell’energetico (56%), o di strategia di import/export (49%).
Rispetto ai dazi imposti dagli Stati Uniti ad aprile, il 56% del campione intervistato crede che questi impatteranno negativamente sulla propria azienda, portando a modificare completamente la strategia aziendale, e riorganizzando il rapporto con il mercato USA (37%). Tuttavia, se l'Unione Europea applicasse dei dazi di ritorsione sui prodotti provenienti dagli Stati Uniti, il 55% degli imprenditori non crede che questi dazi impatterebbero sulla propria azienda, portando un impatto solo indiretto.
Secondo gli imprenditori, tra le principali opportunità offerte dall'Intelligenza Artificiale in ambito lavorativo troviamo le analisi predittive (64%), l’aumento dell’efficienza (62%), l’ottimizzazione delle risorse (54%) e il miglioramento dei servizi al cliente (38%). Le principali sfide poste dall'Intelligenza Artificiale in ambito lavorativo sono, per quasi la metà del campione, le questioni etiche (48%), seguite dai problemi di privacy (42%) e dalla perdita dei posti di lavoro (38%).
Il 56% delle aziende ha già implementato progetti legati all’Intelligenza Artificiale nei processi aziendali. Chi non l’ha fatto pianifica di farlo a breve (40%). Chi ha implementato l’IA in azienda lo ha fatto nei seguenti ambiti: analisi dei dati (55%), attività di marketing e automazione dei processi amministrativi (36%), cybersecurity e protezione dei dati (32%), ottimizzazione dei processi produttivi (28%). L’integrazione dell’IA in azienda ha visto l’implementazione di progetti legati soprattutto alla formazione dei dipendenti (54%) e sull’inserimento di personale con nuove competenze in azienda (32%).
Il 53% delle aziende valuta positivamente l’impatto dei progetti legati all’Intelligenza Artificiale. Per circa la metà di chi utilizza l’IA gli impatti sono positivi, per 2 su 5 invece bisogna ancora attendere. L’approccio verso gli effetti dell’IA è cauto; tra chi l’ha implementata in azienda, infatti, solo il 25% ritiene che l’utilizzo dell’IA abbia portato a risparmi o generato profitti.
Guardando al futuro, un’azienda su 4 pianifica di investire nell’IA oltre 500.000 euro nei prossimi 5 anni, mentre oltre la metà del campione investirà meno di 500.000 euro. Il 94% degli imprenditori esprime un ampio consenso sulla necessità di avere una formazione continua sulle nuove tecnologie emergenti. Inoltre, il 77% del campione ritiene che l’utilizzo dell’IA porterà le aziende ad avere un aumento della produttività in futuro, ma allo stesso tempo, il 71% degli imprenditori ritiene che l’IA porterà le aziende ad avere una forte dipendenza da tecnologie esterne.
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