▾ G11 Media Network: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | Italian Security Awards | ...
InnovationCity

Il Manufacturing italiano di fronte a Transizione 5.0

Gli sviluppi tecnologici spinti da Transizione 5.0 aiutano la competitività a lungo termine delle imprese del Manufacturing. Il che però non rende la Transizione Green più semplice nel suo complesso.

Manufacturing

L'Italia è ancora - e per fortuna, vien da dire - un Paese a forte vocazione industriale, il che rende ancora più importante fare in modo che le imprese nazionali sfruttino in modo adeguato le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. È successo, quantomeno in parte, per quelle collegate a Industry 4.0, resta ancora da capire come evolverà lo scenario relativo a Transizione 5.0. In particolare ora che lo scenario macro-economico e geopolitico non è certamente dei più incoraggianti.

Questa fotografia quasi in divenire del mondo industriale italiano emerge abbastanza chiaramente dall'edizione più recente dell'Osservatorio Mecspe sull’industria, basata sui dati di mercato del terzo trimestre 2024 e con previsioni sul 2025. "Il livello di fiducia generale delle imprese - ha spiegato Stefano Cattorini, Direttore Generale BI-REX Competence Center - è ancora positivo, ma al tempo stesso la visione a tre anni evidenzia qualche preoccupazione, perché le aziende prevedono cali sia del fatturato sia degli ordini".

Le aziende italiane del Manufacturing sono d'altronde rimaste un po' scottate da quanto è successo negli ultimi anni. E vedono per il prossimo futuro due principali fattori di rischio: da un lato che i costi aziendali aumentino per il maggior costo di energia, risorse umane e materie prime; dall'altro che geopolitica e macroeconomia continuino a giocare contro una stabilizzazione, se non proprio il rilancio, dei mercati globali.

In questo scenario, Transizione 5.0 potrebbe essere una opportunità per migliorare la propria competitività a lungo termine. È un problema quindi che il pacchetto di incentivi e agevolazioni sia stato recepito un po' a rilento, con meno adesioni rispetto alle aspettative.

C'è però da considerare che Transizione 5.0 - ammette Raffaele Spallone, Dirigente Divisione II / Politiche per la digitalizzazione delle imprese, l’innovazione e analisi dei settori produttivi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy - richiede un impegno diverso e maggiore rispetto a Industria 4.0, anche da parte di chi offre soluzioni e piattaforme tecnologiche. "Ci vuole tempo - sottolinea Spallone - per l'apprendimento di misure come queste. Un anno non è un lasso di tempo anomalo, dobbiamo però restare nelle tempistiche del PNRR e questo complica le cose".

Certo il Manufacturing italiano avrebbe apprezzato norme più semplici da interpretare e da applicare, e con tempi più lunghi. Ma Transizione 5.0 resta una opportunità da non mancare, perché la focalizzazione sulla sostenibilità energetica è una spinta a tutto il digitale: senza di esso, banalmente, è impossibile misurare - e anche gestire, per migliorarla - la "virtuosità" dei propri consumi. Che si traduce anche, in fondo, in quella resilienza del sistema-Italia industriale che ancora manca perché, spiega Spallone, "Il tessuto produttivo è fatto soprattutto di PMI e produzioni tradizionali, lontane dal digitale". E gli ingredienti per garantire la resilienza sono sempre le stesse: innovazione, ricerca, trasferimento tecnologico, competenze, capitale umano.

La digitalizzazione che piace

Eppure, le aziende manifatturiere nazionali si danno buoni voti per quanto riguarda la loro digitalizzazione. La loro "quota digitale" infatti è in crescita e - fattore importante - è trasversale e coinvolge più tecnologie, che le aziende combinano fra loro per realizzare modelli produttivi nuovi, a garanzia di una maggiore efficienza e di un contenimento dei costi. Anche l'AI rientra in questa evoluzione, come conferma Stefano Cattorini: "Nel manifatturiero l'AI si usa da anni e ha ridotto il gap tra grandi e piccole imprese, che invece permaneva per altre tecnologie. La difficoltà semmai sta ancora nel partire, nell'iniziare a implementare soluzioni di AI".

A sinistra, Raffaele Spallone del MiMIT. A destra, Antonio Bruzzone, CEO di BolognaFiere

Nella crescita della digitalizzazione - in ottica prima Industria 4.0 e ora Transizione 5.0 - il freno forse più importante resta quello delle competenze. "C'è una difficoltà evidente - spiega Cattorini - nel reperire le risorse umane più richieste... Molte aziende hanno investito in attività di upskilling e reskilling, per competenze del tutto nuove che sono difficili da reperire in Italia ma anche in Europa. Servirebbe una formazione il più possibile innovativa che unisca Università e aziende, ma il trasferimento di competenze tra pubblico e privato, dalle eccellenze della ricerca - che in Italia certamente ci sono - alle imprese, è ancora un problema. In particolare il dialogo tra PMI e Università resta difficile".

Un aiuto in questo senso lo possono dare i Centri di Competenza che erano nati già con Industria 4.0, e che ora possono fare da punto di contatto tra le imprese del manufacturing e le nuove tecnologie abilitanti collegate a Transizione 5.0. "C'è un problema di conoscenze - conferma Raffaele Spallone - e soprattutto le PMI e non identificano correttamente il loro fabbisogno di innovazione. Ma è proprio nei settori tradizionali del Made in Italy che le nuove tecnologie possono portare un cambio di passo e di competitività".

In questo senso il messaggio di sintesi è che non è mai troppo presto per fare investimenti in innovazione. Sia perché i benefici diventano rapidamente tangibili, sia perché lo scenario tecnologico cambia così velocemente che ogni ritardo in innovazione si accumula con quelli precedenti. Ma anche - più pragmaticamente - perché la "finestra" del PNRR si sta chiudendo. E in futuro le aziende italiane ed europee difficilmente avranno accesso ad agevolazioni e incentivi paragonabili.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato
Iscriviti alla nostra Newsletter Gratuita. Iscriviti
Rimani sempre aggiornato, seguici su Google News! Seguici

Francesco Pignatelli

Francesco Pignatelli ha iniziato la sua storia d'amore con i computer e la tecnologia all'età di 14 anni, con il suo ZX81. Questo lo ha portato a una carriera nello sviluppo software e successivamente nel giornalismo informatico e tecnologico. Ha trascorso più di 25 anni occupandosi di un'ampia gamma di argomenti IT e tecnologici - telecomunicazioni, sicurezza informatica, sviluppo software, software aziendali, gestione della conoscenza - per molte delle più importanti riviste italiane di tecnologia business. È sempre alla ricerca di nuove soluzioni digitali e continua a scrivere software inaffidabile.

Related news

Ultime Notizie

Progetto “Fruitprint”: molecole naturali per conservare più a lungo frutta e verdura

Il progetto ‘Fruitprint’ mira ad individuare nuove molecole bioattive naturali capaci di rallentare la maturazione di frutta e verdura.

30-05-2025

Data4 e Università Paris-Saclay: da calore di scarto dei Data Center a biomassa di alghe

Questo progetto pionieristico catturerà fino a 13 tonnellate di CO₂ all'anno per ogni data center, con un potenziale di 3.900 tonnellate all'anno per tutti i data center installati in Francia.

30-05-2025

HPE lancia 'Fabbrica ITALIA', la filiera Made in Italy per accelerare l’innovazione delle imprese

Il progetto nasce con l’obiettivo di mettere in connessione università, centri di ricerca, startup, scale-up, system integrator e aziende specializzate in intelligenza artificiale, creando una vera e propria filiera dell’innovazione “Made in Italy”.

29-05-2025

Premio Internazionale Tecnovisionarie 2025: 12 donne under 40 stanno ridefinendo i confini della scienza e tecnologia

Le vincitrici, scelte fra le 70 candidature pervenute, si distinguono nei settori dell'intelligenza artificiale, nuovi materiali, spazio, energia e ambiente, salute e biotecnologie. Secondo dati dell’UNESCO Institute for Statistics, in tutto il mondo meno del 30% dei ricercatori è donna. In Italia, su 136mila ricercatori, 47mila sono donne (circa il 34%).

29-05-2025

Notizie più lette

1 LaGemma Venture lancia AGRIFOOD25: 1 milione di euro per startup che puntano su innovazione

La seconda edizione della call vuole accelerare le migliori startup italiane in grado di offrire soluzioni a impatto positivo in ambito Agrifood. Le candidature sono aperte fino al 21 settembre.

2 Progetto “Fruitprint”: molecole naturali per conservare più a lungo frutta e verdura

Il progetto ‘Fruitprint’ mira ad individuare nuove molecole bioattive naturali capaci di rallentare la maturazione di frutta e verdura.

3 A Torino l’Open Meeting Grandi Ospedali 2025: focus su innovazione e sostenibilità

Appuntamento il 28 e 29 maggio all’Industrial Village Iveco. Oltre 40 laboratori sul futuro della sanità e dell’organizzazione ospedaliera con clinici, professionisti, manager e ospiti internazionali.

4 VOLTAB, il Power Generator a zero emissioni costruito con materiali 100% riciclati

Con 4,2 kW di potenza e 3,1 kWh di capacità, VOLTAB è adatto per per professionisti e tecnici, eventi, fiere, installazioni temporanee, camper, digital nomads, aziende con flotte elettriche ma anche durante i blackout, per avere energia quando cade la rete e durante situazioni di emergenza.

Iscriviti alla nostra newsletter

Join our mailing list to get weekly updates delivered to your inbox.

Iscriviti alla newsletter