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Decreto per le Comunità Energetiche Rinnovabili (DEC), SENEC fornisce una panoramica sugli ultimi aggiornamenti e su un progetto reale

Il decreto CER è incentrato su due misure: una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa dai membri della Comunità e un contributo a fondo perduto.

Transizione ecologica

È stato reso noto il testo di quello che ormai è conosciuto come “decreto CER”, approvato, dopo una lunga attesa, lo scorso 22 novembre dalla Commissione Europea e che contiene importanti misure per la creazione di comunità energetiche rinnovabili e di altre configurazioni di autoconsumo collettivo.

"L’approvazione del Decreto sulle CER da parte della Commissione Europea, che giunge dopo qualche settimana dopo la pubblicazione del GSE della mappa delle cabine primarie, sarà la spinta definitiva necessaria allo sviluppo di queste realtà in Italia – ha commentato Vito Zongoli, CEO di SENEC Italia L’Italia è stata tra i primi in Europa a muoversi nel campo delle comunità energetiche e sono fiero che ora si sia arrivati ad una svolta che permetterà al nostro Paese di proseguire questo primato ed emergere come un modello da seguire. Le CER rappresentano infatti un’importante cambiamento nel rapporto tra cittadini ed energia e un passo fondamentale nella promozione dell'autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità che l’Europa si è posta entro il 2030”.

Il decreto CER è incentrato su due misure: una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa dai membri della Comunità e un contributo a fondo perduto. L’incentivo cambia in base alla potenza dell’impianto (inferiore a 200, tra 200 e 600 e superiore a 600 kWp) ed è composto da una parte fissa (60 €/kWh) più una parte variabile a seconda del prezzo zonale. Viene poi applicato un supplemento a seconda della localizzazione geografica dell’impianto (4€/MWh in più per le regioni del centro e 10€/MWh in più per quelle del nord Italia). La potenza degli impianti finanziabile è pari a cinque Gigawatt complessivi, con un limite temporale a fine 2027.

Per i Comuni italiani con meno di 5.000 abitanti è inoltre previsto un contributo a fondo perduto fino al 40% del costo sostenuto per realizzare un nuovo impianto al servizio di una Comunità Energetica o per potenziarne uno esistente, che può essere cumulato con la tariffa incentivante entro limiti definiti.

L’impegno di SENEC: il caso della comunità energetica di Cormons

Tra i progetti che vedono SENEC protagonista in Italia c’è quello di Cormons, Comune della provincia di Gorizia: lo scorso marzo è stato infatti presentato il progetto per la creazione, insieme a Confartigianato Servizi Friuli Venezia Giulia srl e a SENEC, di una comunità energetica a favore del territorio, grazie alla realizzazione di un impianto fotovoltaico da 2 Megawatt.

Parte del progetto è anche la riqualificazione di alcune strutture esistenti, tra le quali una struttura di ricettività funzionale al turismo slow/ecosostenibile, un’area attrezzata per la sosta di camper, van e caravan, un’area dedicata per l’assistenza e il ricovero (bike box) di e-bike/biciclette a pedalata assistita, un centro di aggregazione intergenerazionale, rivolto ai giovani e agli anziani, ma anche laboratori dimostrativi focalizzati sui mestieri artigiani e ancora spazi dedicati al coworking e alla promozione di prodotti e servizi del territorio. L’operazione, nel suo complesso, avrà una portata finanziaria compresa tra i 5 e i 7 milioni e i cantieri saranno aperti nel 2024 (per chiudersi nel giro di un anno).

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