: "I rischi del lock-in" La sovranità secondo Aruba.it
Utilizzando i contributo del PNRR sono state rese operative le prestazioni di televisita, teleconsulto, telemonitoraggio e teleassistenza con 90.369 postazioni in campo per l'erogazione delle differenti prestazioni di telemedicina
L'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) ha presentato la Piattaforma nazionale di telemedicina, una delle linee di investimento previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nella Missione 6 Salute (Component 1 Investimento 1.2.3.1).
In queste ultieme settimane è stata avviata, con successo, la fase di popolamento dati da parte delle Regioni e Province Autonome che consentirà, entro la fine di dicembre 2025, l'assistenza di almeno 300.000 pazienti attraverso una serie di strumenti di telemedicina per poi arrivare all'obiettivo di circa 790.000 pazienti come previsto dal decreto del ministero della Salute 28 settembre 2023.
Per l'implementazione dei servizi minimi di telemedicina sono state effettuate due gare mediante le regioni capofila Lombardia e Puglia. La prima per le acquisizioni delle infrastrutture regionali di telemedicina legate all'erogazione dei servizi minimi (finanziata con 340.819.917 euro ripartiti tra le Regioni e Pa con fondi Pnrr); la seconda per l'acquisto delle postazioni di lavoro e la relativa logistica (finanziata con 186.281.702 euro sempre ripartiti tra Regioni e Pa con fondi PNRR).
Messi a terra le prestazioni di televisita, teleconsulto, telemonitoraggio e teleassistenza con 90.369 postazioni per l'erogazione delle prestazioni di telemedicina da mettere a disposizione degli operatori sanitari in farmacie rurali, studi medici, case di comunità-ospedali di comunità e Centrali operative territoriali, enti sanitari. Questi gli operatori sanitari che dovrebbero far uso della strumentazione e delle postazioni: medici del ruolo unico (42.674), specialisti (121.969), pediatri di famiglia (6.650), infermieri (99.161), professionisti sanitari (121.597).
Con il 3,35% del PIL destinato alla ricerca e sviluppo, una produttività del lavoro superiore del 14,2% alla media UE e un sistema di incentivi alla ricerca tra i più competitivi (14%), l’Austria si propone oggi come destinazione privilegiata per investimenti nel settore delle batterie e della transizione energetica.
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