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Lo evidenzia una recente ricerca condotta da Centrica Business Solutions su 500 realtà europee. Quasi un terzo rischia di non centrare gli obiettivi 2030. E quelle italiane non vanno meglio. Dati e possibili vie di uscita.
ll 51% delle aziende italiane, il 46% di quelle europee indica nei costi il principale ostacolo verso l'obiettivo 'Net Zero'. Un terzo delle stesse, inoltre, afferma che non raggiungerà i propri obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030, il 29% del campione italiano. Sono solo alcuni dei dati più significativi che emergono dalla ricerca 2025 su energia e aziende, condotta da Centrica Business Solutions su 500 realtà europee, tra cui un gruppo significativo di aziende italiane appartenenti a settori ad alta intensità energetica, come manifatturiero, sanità e ospitalità.
Il report “Orientarsi nel labirinto dell’energia” descrive la complessità del panorama energetico attuale, un ‘labirinto energetico’ appunto in cui le aziende si trovano ad affrontare una molteplicità di sfide interconnesse, come la volatilità dei prezzi, l’incertezza normativa, le limitazioni infrastrutturali e la necessità di bilanciare gli obiettivi di sostenibilità con le esigenze di competitività economica. Ma il report offre anche una guida per aiutare le imprese a “orientarsi” in questo contesto intricato, individuando le strategie e le soluzioni tecnologiche più efficaci per raggiungere i propri obiettivi energetici e climatici.
Con un numero crescente di priorità contrastanti e la mancanza di una chiara direzione verso il Net Zero, le aziende stanno perdendo slancio. In Italia, quasi un quinto (15%) degli intervistati afferma che la propria strategia di riduzione delle emissioni è al di sotto delle aspettative, la metà (49%) ritiene difficile giustificare le spese in conto capitale per nuove soluzioni a basse o zero emissioni e il 42% afferma che in questo momento il costo dell'energia è più importante della sostenibilità. Ciò può comportare una serie di conseguenze negative per le aziende, tra cui sanzioni normative, danni alla reputazione ed esclusione o disinvestimento da parte di investitori che danno priorità a solide performance ESG.
“Gli ostacoli percepiti suggeriscono che questi risultati potrebbero essere sintomatici di più ampie inefficienze aziendali. Alla domanda sui maggiori ostacoli al raggiungimento del Net Zero, oltre ai limiti di budget (51%), il 44% indica la mancanza di competenze interne e il 31% gli obiettivi di sostenibilità non allineati con gli obiettivi aziendali. Con la transizione al di sotto delle aspettative, è necessario un cambiamento di rotta” evidenia Nicola Miola, General Manager di Centrica Business Solutions Italia.
Nonostante l'incertezza sul raggiungimento degli obiettivi, le aziende rimangono impegnate a ridurre le emissioni nei prossimi 12 mesi. Più della metà delle aziende italiane (58%) indica l’innovazione come area prioritaria su cui puntare nei prossimi 3 anni. Questo dato, superiore alla media europea del 50%, evidenzia come l'innovazione sia una priorità ancora più sentita in Italia. Dunque: aggiornamento di attrezzature e infrastrutture, strumenti di intelligenza artificiale e introduzione di nuovi modelli di finanziamento per iniziative energetiche, come, ad esempio i PPA rappresentano per molte aziende le direttrici strategiche per il futuro. Una possibile soluzione per sbloccare una maggiore flessibilità finanziaria nel lungo termine, inoltre, potrebbe essere un compromesso temporaneo sull’intensità delle emissioni: il 70% ritiene che investire in soluzioni energetiche non a zero emissioni ma a minore costo dell’energia, come ad esempio la cogenerazione, faciliterà una transizione più rapida verso il Net Zero.
Quasi otto aziende su dieci (79%) punteranno a rafforzare l’autonomia dalla rete, installando nei prossimi 12 mesi tecnologie di generazione di energia onsite, tra cui solare e batterie, mentre i software di gestione dell’energia o strumenti di ottimizzazione basati sull’intelligenza artificiale sono citati come altri strumenti chiave (74%). Inoltre, il 78% degli intervistati italiani afferma che collaborerà con fornitori terzi per migliorare le proprie operazioni energetiche e raggiungere gli obiettivi di Net Zero.
Tra le novità, lo studio ha rilevato che più di un terzo delle aziende italiane (37%) e quasi la metà di quelle europee (44%) identifica la continuità e la stabilità di fornitura energetica come un rischio sostanziale per la propria azienda. Questo dato è in aumento rispetto al 17% del 2021 e supera anche le preoccupazioni puramente legate ai costi. Seppure la congestione della rete rappresenta attualmente un problema minore nel nostro paese rispetto, ad esempio, al Regno Unito e ai Paesi Bassi, si prevede che tale problematica possa peggiorare nei prossimi anni con il progredire dell’elettrificazione e diventa, quindi, opportuno che le aziende italiane la prendano in considerazione fin d’ora.
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