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Il mancato rinnovo del Superbonus 110 spinge gli italiani a investire diversamente. Crescono le richieste di installazione di impianti di domotica (+38%) e nuove caldaie (+18%). Secondo i dati di ProntoPro, domotica e caldaia efficiente possono far risparmiare rispettivamente il 25% e il 20% sulle spese.
L’arrivo dei mesi invrnali spinge gli italiani a riflettere sugli interventi da fare per ottimizzare la propria casa dal punto di vista energetico. L’obiettivo non è ridurre soltanto l’impatto ambientale, ma anche il peso delle bollette sull’economia familiare.
Negli ultimi anni, la possibilità di avvalersi del Superbonus 110 aveva spinto a investire in interventi sostanziosi che permettessero di sistemare o sostituire gli elementi disperdenti ed energeticamente inefficienti presenti nella propria abitazione, con ricadute positive sulle bollette. Secondo quanto rilevato da ProntoPro, il marketplace di riferimento per i servizi professionali che mette in contatto domanda e offerta, il corretto isolamento delle pareti esterne — per esempio tramite l’installazione del cappotto termico e il rifacimento della facciata — consente infatti un risparmio del 40% in bolletta, mentre la sostituzione degli infissi può portare a migliorare del 20% l’efficienza energetica dell’intera abitazione.
Oggi, però, la situazione sta cambiando. La manovra economica proposta per il 2024 sta portando gli italiani a fare scelte differenti rispetto al passato.
Stop al Superbonus 110: i sistemi di riscaldamento alternativi perdono appeal
La legge di Bilancio per il 2024 ha proposto uno stop del Superbonus 110 che, secondo i dati dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), aveva coinvolto oltre 425 mila edifici1. Il testo della nuova manovra prevede, infatti, una riduzione delle detrazioni al 90% nel 2024 e al 70% nel 2025, portando gli italiani a riconsiderare l’attuabilità degli interventi per ottimizzare la propria abitazione e, di conseguenza, alcuni servizi a subire una forte decrescita.
In particolare, a calare è l’entusiasmo mostrato negli scorsi anni per le fonti rinnovabili, come pannelli fotovoltaici (-57% rispetto al 2022) e pannelli solari (-34%). Perdono terreno anche il riscaldamento a pavimento (-39%) e tramite stufe a pellet (-35%).
Oltre a questi servizi, il dibattito nel corso dell’anno sul possibile mancato rinnovo del Superbonus, ha portato a un calo anche delle richieste di rifacimento della facciata, scesa del 10% rispetto al 2022 e del 53% rispetto al 2021.
Gli interventi più richiesti: regna la domotica, ma l'attenzione va anche a caldaia e scaldabagno
Il report di ProntoPro.it indaga anche i servizi, tra quelli utili a ottimizzare la propria abitazione dal punto di vista energetico, che hanno registrato un incremento delle richieste.
Protagonista, in questo caso, è l’installazione di un impianto di domotica (+38% rispetto al 2022), che permette di controllare da remoto i sistemi di riscaldamento e raffrescamento, l’illuminazione della casa (interna ed esterna) e l’automatizzazione di finestre, tapparelle e tende da sole, consentendo così di misurare anche i consumi. A giovarne sono, infatti, le spese a fine mese: gli esperti di ProntoPro evidenziano che la gestione intelligente degli impianti attraverso la domotica può generare un taglio dei costi in bolletta del 25%. L’attenzione degli italiani è rivolta anche alla caldaia, per la quale si registra un aumento del 18% per le richieste di sostituzione o installazione di un nuovo apparecchio e dell’11% per quelle di manutenzione o revisione, e allo scaldabagno, le cui richieste sono aumentate rispettivamente dell’11% e del 7% per gli stessi servizi.
In termini di richieste di montaggio e allacciamento di un nuovo impianto, per quanto riguarda le caldaie, in cima alle preferenze degli italiani ci sono quelle alimentate a metano (77,61%), seguite dalle pompe di calore elettriche (11,98%), impianti molto energivori, che garantiscono risparmi solo se abbinati a un impianto fotovoltaico e la cui preferenza, dopo i picchi del 2021 e 2022, si è ridotta in seguito allo stop del Superbonus 110.
Quanto costano gli interventi di efficientamento energetico? Le stime di ProntoPro
Rendere la propria abitazione più efficiente rappresenta un investimento che permette di avere dei vantaggi, anche economici, sul lungo periodo. Ma quanto devono stimare gli italiani per progettare interventi di questo tipo?
Secondo gli esperti di ProntoPro, se la caldaia in uso è già un modello efficiente, ci si dovrà occupare solo della sua manutenzione e revisione, obbligatoria per legge, e che si attesta, in media, sugli 80 euro. Anche se la normativa varia di regione in regione e la manutenzione deve essere eseguita solitamente ogni due anni, meglio optare per controlli annuali, così da valutare l’efficienza dell’impianto, ridurre il dispendio energetico, risparmiare sui futuri interventi e scongiurare malfunzionamenti improvvisi; l’uscita in emergenza del tecnico costa, infatti, circa un 15% in più rispetto a un appuntamento programmato in anticipo. In caso di installazione di un nuovo apparecchio, invece, il consiglio è quello di optare per una caldaia a condensazione, che ricicla il vapore (invece di disperderlo) e lo impiega per la produzione di acqua calda, con una serie di conseguenze positive sia per l’ambiente che per il portafoglio: migliore efficienza energetica, basse emissioni di sostanze inquinanti e un risparmio in bolletta del 20% rispetto a una caldaia tradizionale. Il costo medio per la sostituzione di una caldaia con uno di questi modelli più performanti si aggira intorno ai 2000 euro, comprensivi del costo della caldaia e dei costi di installazione da parte di un professionista.
Per la sostituzione di infissi i costi dipendono dai materiali scelti. Le più richieste, su ProntoPro, sono le finestre in pvc, che possono costare fino a 250 euro al pezzo, chi sceglie il legno deve preventivare invece una spesa media di 500 euro a infisso. I preventivi per i costi di posa, che includono anche lo smaltimento della vecchia finestra, si aggirano sui 100 euro.
Un impianto fotovoltaico richiede un investimento di 2000 euro a Kilowatt, mentre un impianto domotico base, installato in un’abitazione tra i 50 e i 70 metri quadri, può costare dai 5000 euro in su. Per chi non ha la possibilità di investire, esistono anche soluzioni più economiche e fai da te che automatizzano solo alcune parti della casa, garantendo però un risparmio energetico ridotto.
Infine, per l’isolamento termico delle pareti esterne (cappotto termico), i preventivi di materiale e manodopera oscillano tra i 50 e i 100 euro al metro quadro, con variazioni in base al tipo di isolante, alla località e alla superficie da coprire.
Con il 3,35% del PIL destinato alla ricerca e sviluppo, una produttività del lavoro superiore del 14,2% alla media UE e un sistema di incentivi alla ricerca tra i più competitivi (14%), l’Austria si propone oggi come destinazione privilegiata per investimenti nel settore delle batterie e della transizione energetica.
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