L'Università di Pisa sceglie la bioedilizia: al via il nuovo polo in biomattoni

Nel Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa si riunifica in un campus unico, un esempio di edilizia pubblica sostenibile che integra architettura, didattica e ricerca in un impianto a corte contemporaneo.

Autore: Redazione InnovationCity

È in fase di completamento la nuova sede del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa, in località San Piero a Grado (La Ballerina), nell’area del Parco Naturale Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. L’intervento, che riunirà in un unico campus le attività oggi distribuite su più sedi, rappresenta un modello di architettura pubblica sostenibile grazie all’impiego da parte del General Contractor ITI dei Biomattoni in calce e canapa realizzati da Tecnocanapa by Senini e certificati EPD e Biosafe per l’edilizia sostenibile.

I nuovi corpi di fabbrica si sviluppano su una superficie lorda edificata di circa 13000  m² per un volume di quasi 31000 mc, e comportano  un investimento complessivo di 53,2  milioni di euro, di cui 17 milioni cofinanziati con fondi del Ministero dell’Università e della Ricerca. Il campus è concepito come un sistema a corte che reinterpreta le architetture rurali toscane, con edifici a due piani collegati da percorsi coperti affacciati su spazi verdi e aree di relazione. All’interno sono previsti 1030  posti per la didattica frontale, 120 postazioni nei laboratori didattici, 40 postazioni in laboratorio informatico, una biblioteca con 40 posti lettura e 1.500 metri lineari di materiale bibliografico, una sala studio da 100 posti, 24 laboratori di ricerca e 46 postazioni per uffici e studi del personale docente e tecnico-amministrativo. A completare il complesso uno spazio ristoro con bar e mensa universitaria, 36.000 m² di aree verdi e 4.300 m² di parcheggi, per un campus concepito nel segno della qualità ambientale, dell’inclusione e del benessere diffuso.

Elemento distintivo del progetto è l’impiego dei Biomattoni in calce e canapa per le murature di tamponamento, pari a circa 700 m³ di materiale e 2.300 m² di superficie complessiva. Questa soluzione ha consentito di sottrarre e stoccare 30,8 tonnellate di CO₂ all’interno dell’involucro edilizio, contribuendo concretamente al bilancio carbonico dell’intervento. Il Biomattone, materiale carbon-negative, unisce elevate prestazioni termiche e acustiche a traspirabilità, assenza di emissioni nocive e sicurezza antincendio. La parete finita da 32 cm presenta una trasmittanza di 0,14 W/m²K, con sfasamento termico di circa 20 ore, garantendo così comfort in tutte le stagioni. In ottica di economia circolaregli sfridi di cantiere sono stati recuperati e riutilizzati da Senini per la produzione di Bio Beton Beta, un biocomposito impiegato per isolamenti e riempimenti, riducendo a zero gli sprechi.

Il nuovo polo è un edificio NZEB (Nearly Zero Energy Building), alimentato da 40 sonde geotermiche e da un impianto fotovoltaico integrato. Il progetto prevede inoltre sistemi di recupero e riutilizzo delle acque meteoriche, frangisole e porticati per la protezione solare naturale, e l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) che guidano la selezione dei materiali secondo criteri di durabilità, salubrità e manutenzione ridotta.

L’intervento, perfettamente integrato nel paesaggio del Parco, rappresenta un esempio replicabile di bioarchitettura pubblica made in Italy dove università, impresa e ricerca collaborano per costruire edifici a emissioni ridotte e ad alta qualità ambientale.


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