Verso un futuro dell'endoscopia più sostenibile

Dal 2025 tutti gli endoscopi monouso prodotti dall’azienda Ambu sono ancora più sostenibili grazie all’uso delle bioplastiche per la realizzazione dei manipoli, all’assenza di PVC e ftalati e all’adozione di imballaggi secondari completamente riciclabili. Nel solo nel 2024 Ambu ha venduto 1,5 milioni di endoscopi.

Autore: Redazione InnovationCity

Ambu, realtà che da oltre 85 anni fornisce soluzioni medtech innovative per i professionisti della sanità, scommette sulla sostenibilità: a partire dal 2025, tutti gli endoscopi monouso prodotti dall’azienda sono ancora più sostenibili grazie all’uso delle bioplastiche per la realizzazione dei manipoli, all’assenza di PVC e ftalati e all’adozione di imballaggi secondari completamente riciclabili. Una scelta concreta che risponde a una delle più grandi sfide del presente e del futuro: il cambiamento climatico. Appare quindi essenziale che i professionisti della salute lavorino per poter ottenere i migliori risultati possibili con il minor consumo di risorse ambientali.

Le plastiche convenzionali sono spesso ottenute da risorse fossili e non rinnovabili. Partendo da questo assunto il team di ricerca e sviluppo di Ambu ha esplorato nuovi modi per limitare la dipendenza da materiali a base fossile con l’obiettivo di ridurre l'impronta di carbonio dei propri dispositivi. Questo impegno verso l’innovazione sostenibile si riflette in particolare nell’impiego di materiali alternativi, come la bioplastica, utilizzati da Ambu per la realizzazione di alcune parti delle soluzioni endoscopiche e nei proteggi cuffie delle maschere laringee.

Ma cos’è la bioplastica? Si tratta di una sostanza derivata dalla miscela di materie prime tradizionali e materie prime di seconda generazione a base biologica, come l’olio da cucina usato o altri rifiuti alimentari che non competono con la produzione alimentare e agricola. Questa pratica riduce l’uso di plastica vergine di origine fossile, senza compromettere le prestazioni, la sicurezza e la qualità dei prodotti e allo stesso tempo genera un’impronta di carbonio inferiore del 70%.

Sebbene attualmente il riciclo completo dei dispositivi medici infatti non sia possibile, Ambu ha l’ambizioso obiettivo a lungo termine di sviluppare programmi di recupero per i propri prodotti. Attraverso progetti pilota, l'azienda intende esplorare e implementare soluzioni innovative, con l'obiettivo di estenderle ai principali mercati entro la fine dell'anno. I ricercatori Ambu ritengono che questo, a sua volta, contribuirà in futuro a un'industria sanitaria più circolare, in cui i prodotti potranno essere riciclati e avere una seconda vita.

L’impegno Ambu è riconosciuto dalle principali agenzie mondiali di rating ESG che hanno valutato con giudizio positivo le azioni portate avanti dell’azienda nell’ambito sostenibilità. Un esempio ne è il Committment Badge rilasciato da EcoVadis, una delle più importanti piattaforme internazionali di rating della sostenibilità. Tale riconoscimento attesta il ruolo di Ambu in qualità di leader nella gestione delle emissioni di carbonio, collocandola nel 24% delle prime aziende del settore.

Inoltre, Il Financial Times ha inserito l’impresa nella lista dei Leader Climatici Europei 2024, che raccoglie 600 aziende europee distintesi per i significativi progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra e per il loro impegno in iniziative ambientali, coniugando sostenibilità e crescita economica.

"In Ambu ci poniamo l’obiettivo di fornire soluzioni che non solo migliorino l’assistenza sanitaria per professionisti e pazienti, ma che possano permettere ai clienti di ridurre l’impronta di carbonio nello sforzo condiviso di tutelare il nostro pianeta” sottolinea Milko Volanti, Amministratore Delegato di Ambu Italia.


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