In questo scenario, entro la fine del 2025 l’Italia, come tutti i Paesi membri dell’UE, dovrà presentare la prima bozza del programma di ristrutturazione del proprio parco immobiliare, così come stabilito dalla direttiva “Case Green” varata dall’Unione Europea. L’Università degli Studi Gabriele d'Annunzio di Chieti-Pescara lancia un master universitario di secondo livello in Health Design e Esg per il Real Estate.
Autore: Redazione InnovationCity
Entro la fine del 2025 l’Italia, come tutti i Paesi membri dell’UE, dovrà presentare la prima bozza del programma di ristrutturazione del proprio parco immobiliare, così come stabilito dalla direttiva “Case Green” varata dall’Unione Europea.
Successivamente, entro il 29 maggio 2026, l’Italia dovrà adottare tutti i decreti legislativi che daranno attuazione pratica alla direttiva e consentiranno di rispettare tutte le scadenze previste dal piano. Una roadmap che, tuttavia, rischia di subire rallentamenti e ritardi a causa della carenza nel settore immobiliare di circa 15mila professionisti altamente specializzati in edilizia sostenibile. L’allarme viene lanciato oggi da Green Building Council Italia (Gbc Italia), Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e Accademia Italiana di Biofilia (Aib).
A partire dal 1° gennaio 2028 per i nuovi edifici pubblici e dal 1° gennaio 2030 per tutti i nuovi edifici, lo standard sarà “zero emissioni”; per gli edifici residenziali dovrà esserci poi una riduzione del consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, mentre per quelli non residenziali è prevista la ristrutturazione del 16% degli edifici peggiori entro il 2030 con una estensione al 26% entro il 2033. Entro il 31 dicembre 2040 dovrà avvenire l’eliminazione completa delle caldaie a combustibili fossili – ricordano Gbc Italia, Sima e Aib.
Una vera e propria rivoluzione in ambito immobiliare che, secondo le ultime stime, costerà al nostro Paese circa 85 miliardi di euro entro il 2030 solo in termini di riqualificazione energetica generando un giro d’affari da 280 miliardi di euro tra impatti diretti, indiretti e l’indotto (fonte Centro Studi geometri italiani), considerato che in Italia oltre il 60% degli edifici residenziali è ante 1976 (pre-prima legge sul risparmio energetico), quindi ad alto fabbisogno di riqualificazione profonda, e che secondo il rapporto presentato pochi giorni fa da ENEA-CTI nel 2024 il 45,3% degli edifici residenziali si trova nelle classi energetiche meno performanti (classi F-G).
La trasformazione degli immobili in edifici green richiede nuove competenze lungo tutta la filiera, dalla progettazione ai cantieri, passando da gestione e finanza, ma allo stato attuale si registrano serie difficoltà nel reperimento di figure professionali specializzate in edilizia sostenibile – sottolineano Gbc Italia, Alessandro Miani per Sima e Rita White per l'Aib – In alcuni comparti, come quello dell’impiantistica elettrica, si arriva addirittura a punte del 75% di fabbisogno specializzato non reperibile sul mercato, e in totale si stima che ad oggi manchino in Italia circa 15mila professionisti “green” tra esperti di design, qualità e salute negli edifici, rendicontazione di sostenibilità, decarbonizzazione del costruito, professionisti accreditati per gli standard di certificazione Leed, Breeam, Well, Gbc, ecc., col rischio concreto di rallentamenti e ritardi nell’attuazione del piano europeo.
Proprio per questo l’Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara, in partnership con Green Building Council Italia, Sima e Aib, ha deciso di realizzare un master universitario di secondo livello in “Health Design e Esg per il Real Estate”, finalizzato a creare professionisti altamente specializzati in edilizia green e sostenibile e formare figure di cui il mercato necessiterà sempre di più nel prossimo decennio. «Con questo percorso formativo vogliamo rispondere concretamente alle nuove esigenze del settore immobiliare, fornendo competenze integrate su salute, sostenibilità ed ESG. Il nostro obiettivo è formare professionisti capaci di guidare la trasformazione ecologica e sociale delle città e degli edifici del futuro attraverso un approccio innovativo e multidisciplinare” sottolinea il Prof. Nicola Mammarella, coordinatore del Master.
“La direttiva Case Green è un banco di prova per l’Italia. Per affrontarla con successo servono competenze solide e professionisti qualificati lungo tutta la filiera del costruito. Una sfida, ma anche una grande occasione che non può prescindere da una formazione mirata e riconoscibile, capace di unire rigore tecnico e responsabilità sociale. Solo così potremo trasformare una sfida europea in un’occasione concreta di innovazione e crescita sostenibile per il Paese” conclude Fabrizio Capaccioli, Presidente GBC Italia.