Da ENEA nuova metodologia più efficiente per ricoprire i superconduttori

Il nuovo e più semplice procedimento di crescita per i superconduttori è adatto sia a geometrie complesse che alla produzione su larga scala, superando i limiti di controllo e strumentazione dei metodi esistenti.

Autore: Redazione InnovationCity

Una nuova metodologia che permette di stendere in modo semplice, veloce e a basso costo spessi strati di materiale superconduttore per la preparazione di nastri superconduttori di nuova concezione. È quanto ha messo a punto ENEA nel Laboratorio Superconduttività, in collaborazione con ricercatori dell’Università Roma Tre, nell’ambito di un progetto finanziato da Eurofusion, poi proseguito nel progetto INFN SUPERMAD.

“Il nostro studio è partito dalla comprensione dei fenomeni che avvengono durante l’elettrodeposizione, una tecnica chimica versatile e a basso costo che consente di depositare, velocemente e in condizioni standard di laboratorio, strati più o meno spessi del materiale di interesse. Inoltre, sfrutta semplici soluzioni acquose e può essere utilizzata su elettrodi delle più svariate forme e dimensioni”, spiega Laura Piperno ricercatrice del Laboratorio ENEA di Superconduttività e inventrice con Andrea Masi del nuovo processo. “Tuttavia – prosegue Piperno – abbiamo appurato che dopo l’elettrodeposizione il materiale risultava troppo granulare per essere superconduttore, per cui è stato necessario introdurre un trattamento termico per eliminare le impurezze”.

Questo nuovo procedimento per la crescita di materiali superconduttori si presta alla preparazione di campioni di geometria complessa, ma anche come valida alternativa ai metodi attualmente in uso, che necessitano di condizioni molto controllate e di strumentazioni complesse poco adatte ad essere trasferite alla produzione su larga scala.

“Al momento il metodo utilizzato per la crescita di superconduttori è ancora al livello di ricerca di base, ma potrebbe rappresentare già un’opportunità per quelle applicazioni le cui tecniche attualmente in uso non possono essere sfruttate per la forma e la dimensione dai campioni da creare”, conclude Piperno.


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