Secondo l'Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano entro il 2033 l’intelligenza artificiale avrà un impatto su 3,8 milioni di posti equivalenti, ma con un gap di 5,6 milioni di lavoratori in meno per effetti demografici.
Autore: Redazione InnovationCity
L’IA è una leva cruciale per affrontare le trasformazioni del mercato del lavoro e affrontare sfide demografiche future dell’Italia. Il 18% dei posti di lavoro equivalenti in Italia risulta già oggi automatizzabile e la quota potrebbe salire al 50% entro il 2033, con un impatto potenziale su circa 3,8 milioni di posti di lavoro equivalenti. Ma le stime dell’impatto devono tenere conto delle previsioni demografiche, per cui si stima un gap di 5,6 milioni di posti di lavoro equivalenti, pari al 25% degli occupati attuali. Entro il 2033, infatti, la popolazione italiana in età lavorativa calerà di 2,8 milioni, mentre i pensionati aumenteranno di 2,3 milioni, con 21,2 milioni di occupati previsti, mentre ne sarebbero necessari 26,8 milioni di occupati necessari per mantenere in equilibrio il sistema previdenziale. L’intelligenza artificiale è quindi leva necessaria per colmare parte del divario, a patto di investire in formazione, tutele ed equa redistribuzione dei benefici.
Sono alcuni risultati della ricerca dell'Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano.
"Con il rilascio della seconda Strategia nazionale dell’IA per l’orizzonte 2024-2026, l'Osservatorio ha continuato il proprio lavoro di monitoraggio dell'ecosistema nazionale dell'Intelligenza Artificiale, raccogliendo oltre 30 indicatori che ci permettono di restituire una fotografia complessa e dettagliata del nostro contesto" ha dichiarato Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence. "Tra i temi toccati vi è quello della formazione. In questo ambito, i KPI sono incoraggianti da un lato, ma più preoccupanti dall'altro. Il numero di studenti STEM rimane pressoché stabile, circa 124mila nel 2023/24, mentre il numero dei dottorati in IA è più che raddoppiato tra il 2021/2022 e il 2022/2023, toccando quota 342, grazie allo stanziamento di fondi del PNRR. Tuttavia, non possiamo ignorare un dato allarmante: il flusso migratorio netto delle competenze italiane in IA è negativo, con un valore di -0,18 nel 2023, mentre paesi come il Regno Unito registrano valori positivi (+1,04). Questo ci impone di riflettere su come trattenere i talenti e favorire la loro crescita nel nostro paese, per non compromettere il potenziale che abbiamo costruito".