Automotive: in Italia mercato in frenata, l’elettrico ancora marginale, solo il 5 percento

Di fronte a un settore in rapida trasformazione, i costruttori automobilistici sono chiamati a trovare un equilibrio delicato tra la stabilità finanziaria a breve termine e gli investimenti di lungo periodo nelle tecnologie del futuro.

Autore: Redazione InnovationCity

In occasione del Salone dell’Auto di Monaco, Allianz Trade ha diffuso un aggiornamento sulla situazione del comparto automobilistico, dal quale emerge un generalizzato rallentamento a livello europeo. Secondo gli ultimi dati del leader mondiale dell’assicurazione del credito, le nuove immatricolazioni in Europa sono diminuite dello 0,7% nei primi sette mesi del 2025, con le tre principali economie – Germania (-2%), Francia (-8%) e Italia (-4%) – a guidare la contrazione.

Italia: fanalino di coda nella corsa all’elettrico

Nonostante un’accelerazione della diffusione dei veicoli elettrici (EV) – nel 2025 in Europa – la quota media europea (15,6%) resta inferiore agli obiettivi UE (20%) e lontana dal target IEA del 50% al 2030. La crescita è trainata da Germania, Francia, Belgio e Paesi Bassi, che concentrano circa due terzi delle immatricolazioni elettriche. In molti Paesi, tuttavia, il mercato EV resta ancora marginale, frenato da infrastrutture insufficienti, prezzi dell’energia e limiti nel mercato dell’usato. Il nostro Paese, pur rappresentando uno dei principali mercati dell’auto in Europa, evidenzia un ritardo significativo nella transizione ecologica.

La quota di mercato dei veicoli elettrici puri in Italia è ferma al 5%, ben al di sotto della media europea e distante dagli obiettivi UE e dall’Agenzia Internazionale per l’Energia. Gli italiani continuano a preferire vetture ibride (HEV e PHEV), considerate più vantaggiose per prezzo, autonomia e costi energetici ma questo rallenta l’allineamento alle normative europee sulla decarbonizzazione.

Per ridurre il gap con i partner europei, sarà cruciale puntare su infrastrutture di ricarica più capillari, stabilità degli incentivi e filiere produttive dedicate alle tecnologie verdi, così da sostenere sia la competitività industriale sia la diffusione dei veicoli a basse emissioni.

Competizione internazionale e prezzi in calo

Il settore auto europeo si trova anche al centro delle tensioni commerciali globali. L’introduzione di nuovi dazi negli Stati Uniti e l’incertezza sugli accordi con la Cina stanno modificando gli equilibri di mercato. Nel primo semestre 2025 le esportazioni europee verso la Cina sono calate del 40%, mentre quelle verso gli USA hanno registrato -14%. Allo stesso tempo, l’ingresso dei marchi cinesi in Europa – con modelli a prezzi competitivi, anche sotto i 30.000 euro – sta ampliando l’offerta sia nell’elettrico che nell’ibrido, intensificando la concorrenza anche nei mercati tradizionali. Questa combinazione di rallentamento della domanda, dazi crescenti e nuova concorrenza sta comprimendo i margini operativi medi dei costruttori europei di oltre 200 punti base nella prima metà dell’anno. Molte aziende stanno reagendo con politiche di contenimento costi, razionalizzazione delle gamme e maggiore attenzione agli investimenti in innovazione.

Le sfide 2025-2026 dei produttori auto

Di fronte a un settore in rapida trasformazione, i costruttori automobilistici sono chiamati a trovare un equilibrio delicato tra la stabilità finanziaria a breve termine e gli investimenti di lungo periodo nelle tecnologie del futuro. Le aziende dovranno essere più selettive nell’innovazione, concentrandosi sui progetti con il miglior potenziale di ritorno economico, mentre riducono i costi in altre aree senza compromettere qualità e soddisfazione del cliente. La partita si gioca su una gestione oculata delle risorse e su alleanze strategiche, unite a un impegno costante nello sviluppo delle tecnologie di nuova generazione. Alle sfide immediate – dai dazi alle normative sulle emissioni – si aggiungono questioni di portata globale: assicurarsi forniture di terre rare per ridurre la dipendenza dalla Cina, sviluppare il riciclo delle batterie per alimentare un mercato dell’usato elettrico e destinare capitali alla mobilità autonoma per consolidare la leadership tecnologica.


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